Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Confetteria Pasticceria Pfatisch

Nell'elegante palazzo liberty di via Sacchi 42, sotto i portici, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova, il celebre negozio arredato in stile art decò, istituzione della pasticceria torinese, conserva intatta la sua immagine degli anni Venti del Novecento, all’esterno e all’interno.

 


VIA PAOLO SACCHI 42/D

Notizie dal: 1915
prima sede in via Gioberti

Inaugurazione: 1921

Ampliamento: 1926

Variazione: 1934
Gustavo Pfatisch si associa con Carlo Ferraris

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  • bottega

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  • Locali storici

1. Cenni storici

Fondata dal maestro origine bavarese Gustavo Pfatisch, la confetteria è attiva dal 1915, con sede in via Gioberti; nel 1921 l'azienda si trasferisce nell'attuale sede, lo splendido edificio liberty firmato dall’ architetto Pietro Fenoglio. Il locale viene quindi ampliato nel 1926 e nella ghiacciaia è attrezzato un laboratorio completo per la produzione del cioccolato, a partire dalla fava di cacao tostata a carbone.

Nel 1934 la conduzione e la proprietà passa, conservando la denominazione, al socio Carlo Ferraris  e da allora appartiene sempre alla stessa famiglia. Nel frattempo, nel 1936, Gustavo Pfatisch rileva la pasticceria dei fratelli Bosello di corso Vittorio Emanuele II, nel 1963 poi ceduta ai Peyrano che affiancano al loro nome quello di Pfatisch creando nei decenni successivi molti equivoci sulle rispettive denominazioni. Nel dopoguerra l’attività riprende in espansione; il figlio Nello apporta migliorie al ciclo di lavorazione del cioccolato e inventa nuovi macchinari da pasticceria. Nascono nuove torte come il famoso Festivo, la meringata al cioccolato eletta simbolo della pasticceria, la pasticceria salata con ottanta tipi diversi di salatini freschi e le rinomate torte di canapés, i marroni della Val di Susa. Oggi la piccola azienda rimane saldamente a conduzione familiare.

La pasticceria è stata dichiarata locale storico d’Italia, un esempio quasi unico di locale rimasto intatto dalla fondazione e frequentato in passato dalla grande nobiltà sabauda e poi da rinomati intellettuali torinesi. Ultimamente il locale e il laboratorio sono stati set per svariate scene di film girati in città.

2. Arredi

Vetrine, banconi e arredi tra Liberty e Déco sono del 1921 e del ‘26, quando il locale e la facciata vennero raddoppiate.

L’arredo esterno e interno appartengono a un unico e omogeneo intervento progettuale del 1926, con materiali pregiati, marmi dei fratelli Catella e arredamento curato dalla ditta Dosio, anche se gli arredi e le decorazioni, gravemente danneggiati dai bombardamenti, sono stati restaurati nel dopoguerra.

La devanture a monoblocco è in massello di noce su zoccolo in marmo verde Alpi: i montanti dividono tre vetrine e tre gioiellerie con sopraluce in legno e ingresso arretrato a bussola; in alto un portinsegna in onice con grandi caratteri bronzei.

L’interno ha conservato l’impostazione storica; il doppio ambiente adibito alla vendita, ricavato  dall’eliminazione di un muro maestro interno che rese necessaria la costruzione di due pilastri per sostenere la volta, conserva scaffalature, banconi e salottino in noce dai dettagli accurati tardi anni Venti del Novecento: noce e pannelli in radica di noce, piani in marmo di Carrara arabescato sui banchi, specchiere e piani di cristallo, due lampadari di Murano di inizi del ‘900 e ante interne alle vetrine con vetri givré.

Nel retro sta il laboratorio di pasticceria con numerose attrezzature d’epoca ancora in uso.

Ospitato nel seminterrato, il complesso macchinario per la lavorazione del cioccolato che risale all’apertura del negozio, oggi non più utilizzabile a causa delle nuove normative, rappresenta  un perfetto museo del cioccolato di inizio del secolo scorso: macchinari antichi della ditta Lehman e Buehler, mescolatori, tostini degli anni '20, rompi e separa cacao dell’800, raffinatrici a cinque cilindri, da cui il cioccolato sgorgava pronto per il confezionamento.

Fonti Archivistiche

  • Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, Ruffino M. P., scheda n. R0158705e Allegati

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino, 2017