L’edificio fu progettato nel 1950 dall’architetto Cesare Bairati (1910-1974), docente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, nella fase in cui il dibattito per la costruzione del primo nucleo del quartiere Falchera scuoteva gli ambienti della cultura architettonica cittadina. La riflessione sollecitata dai mutamenti in atto aveva iniziato a produrre uno iato fra accademia e professione, con ripercussioni sull’esperienza progettuale che tuttavia non furono in grado di inficiare il lavoro svolto da Bairati. Nel crocevia di istanze estetiche e necessità materiali del momento, egli concepì lo stabile quale imponente blocco a dieci piani fuori terra, per un totale di ottanta alloggi. Anche nei prospetti esterni la ricerca stilistica fu affidata a una sapiente distribuzione di elementi strutturali e particolari costruttivi, sino a intessere nella facciata la trama di un effetto bugnato nella sporgente alternanza di finestre e balconi. La soluzione adottata raggiunse pertanto esiti che superavano senza dubbio quelli a cui erano pervenute le prove compiute sino ad allora dall’amministrazione civica in ambito di edilizia residenziale pubblica, non solo nel periodo dell’anteguerra, ma anche nelle realizzazione coeve, segnando ad esempio un netto scarto rispetto agli eccessi di minimizzazione commessi nelle case di via Fiochetto.