Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Edificio di abitazione popolare

Costruito nel 1904 allo scopo di accogliere vedove di operai con prole da mantenere, il complesso fu articolato in sei villini bifamiliari; attualmente ne resta una sola unità, che testimonia l’adesione al modello del cottage neomedievale, all’epoca piuttosto in voga oltralpe.


Lat: 45.066279040437024 Long: 7.653345465660095

Costruzione: 1904

Inaugurazione: 1905

Demolizione: 1958

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Categorie

  • edilizia popolare | abitazione

Costruito fra le attuali vie Vigone e Virle, l’insediamento fu progettato dall’ingegnere Prospero Peyron (1862-1945) secondo i canoni estetici definiti dall’ingegnere Andrea Torasso (1867-1961), vincitore di un concorso appositamente bandito dall’Istituto delle Opere Pie di S. Paolo. Furono costruiti così sei villini bifamiliari destinati ad accogliere vedove di operai morti sul lavoro con prole da mantenere; le donne avrebbero potuto beneficiare di tale concessione al massimo per quattro anni, fermo restando lo sfratto immediato in caso di danni o infrazioni al regolamento. La conduzione delle case era regolata infatti da norme severe, probabilmente incentivate dai pregiudizi suscitati da una concentrazione di donne emancipate da forme dirette di controllo maschile. Il modello di riferimento era quello della brava madre e buona massaia, infatti ogni abitazione comprendeva al piano terra un’ampia cucina dotata di lavandino e fornelli, oltreché finestre sul giardino, in modo da sorvegliare i figli in ogni momento. Si trattava di piccoli fabbricati suddivisi verticalmente in due alloggi simmetrici, dotati di due camere da letto al piano superiore. Le costruzioni erano ispirate alla tipologia diffusa oltralpe del cottage intriso di reminiscenze neomedievali, adottata pure pochi anni prima dall’ingegnere Pietro Fenoglio (1865-1927) nel villaggio costruito a Collegno per gli industriali Leumann. Sulla facciata dell’edificio che s’incontrava arrivando dalla cinta daziaria si poteva inoltre ammirare un bassorilievo dedicato a S. Paolo, opera dello scultore Davide Calandra (1856-1915). Tuttavia nel tempo è sopravvisuto un solo villino, oggi ai numeri 14 e 16 di via Vigone: dato che gli altri furono demoliti nel 1958 per essere rimpiazzati da grandi caseggiati dei primi anni Sessanta.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
Edificio di abitazione popolare
Via Vigone 14, 16

Segnalazione di edificio civile di significato documentario, significativo esempio di tipologia di casa popolare a villino bifamiliare e duplex.
Su progetto del 1905 edificazione di edificio bifamiliare duplex di civile abitazione, su disegno degli arch. A. Torasso e ing. P. Peyron, per conto dell'Istituto Opere Pie S. Paolo, per il concorso di Case di abitazione gratuite per vedove di operai con figli» (unico edificio rimasto del complesso lottizzato di sei edifici).

L. FENOGLIO, G. TOSI, 1904.
Tavola: 40/48