Scheda: Soggetto - Tipo: Impresa

Michelin

Fondato nel 1906, lo stabilimento di Torino Dora è il primo stabilimento che l’azienda francese impianta in Italia. Le lavorazioni, orientate verso la produzione di copertoni e camere d’aria per automobili, biciclette, motocicli e camion, continua fino al 1997, anno della chiusura definitiva.

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  • ciminiera | industria

1. Dalle origini agli anni Trenta

Nato nel 1906, lo stabilimento di Torino Dora è il primo impiantato in Italia dall’azienda francese che, lungo le sponde della Dora, produce copertoni e camere d’aria per autovetture, camion, motociclette e biciclette. Quella del capoluogo piemontese è una scelta che affonda le proprie radici nel rapido sviluppo dell’industria automobilistica cittadina, destinata a diventare una tre le più assidue consumatrici dei prodotti Michelin. Il 13 luglio 1907 esce dallo stampo di cottura del complesso torinese, un nucleo di due edifici, il primo pneumatico Michelin. Tra il 1915 e il 1918 lo stabilimento torinese è al centro di una serie di ampliamenti strutturali dettati dalle mutate esigenze produttive, che lo portano a occupare una superficie complessiva di 150.000 metri quadrati. Nel primo dopoguerra Torino Dora raggiunge elevati livelli produttivi, tanto che il piccolo cotonificio interno alla struttura non è più in grado di fornire le quantità di tela di cotone necessarie alle lavorazioni. Nell’ottica di una riorganizzazione produttiva, la Michelin decide di creare una nuova unità produttiva nel settore tessile. La scelta cade su Trento dove, agevolata anche da una legge emessa dal governo per “favorire l’incremento industriale nelle regioni redente” (1), è inaugurato nel 1927 un nuovo cotonificio direttamente dipendente dallo stabilimento di Torino, che nel 1928 impiega circa 4.000 dipendenti, raggiungendo una quota produttiva di 2.500.000 di pneumatici annui.

2. La seconda guerra mondiale e la riorganizzazione produttiva

Nel 1939 la Michelin torinese occupa un migliaio di dipendenti. Nel 1940, poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia, la direzione decide di trasferire in Francia tutti i macchinari speciali. Una scelta che provoca l’immediata reazione dello stato fascista, che ordina il sequestro dell’intero complesso di Torino assegnandone la gestione alla Pirelli. L’azienda milanese provvede a mettere a disposizione il materiale necessario alle lavorazioni che, sensibilmente diminuite, sono confinate in una piccola parte del fabbricato e limitate alla sola produzione di gomme per biciclette e per mezzi militari. Le bombe e gli spezzoni incendiari che si abbattono su Torino non risparmiano lo stabilimento Michelin e i suoi impianti, che non sono danneggiati in maniera irreparabile. Al termine del conflitto l’azienda si trova a dover fare i conti con le problematiche legate alla riorganizzazione della produzione: occorre riavviare gli impianti e provvedere alla formazione di nuova manodopera, elemento indispensabile per incrementare l’attività produttiva. In tale ottica è siglato un accordo con la Casa di Carità Arti e Mestieri, un istituto che, nell’arco di un corso triennale di studi, gratuito per i figli dei dipendenti, si occupa di forgiare i nuovi quadri dello stabilimento.

3. Dalla grande crescita alla dismissione

A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta il complesso torinese cresce vertiginosamente sia dal punto di vista produttivo che da quello occupazionale, facendo registrare un sensibile incremento della manodopera passata dal migliaio del primo dopoguerra ai 4.221 addetti del 1961. Le nuove necessità produttive, implicano l’esigenza di ulteriori spazi e, a tale proposito, l’azienda annette al proprio complesso anche un edificio di proprietà del Cotonificio Valle Susa, situato in corso Umbria. Tra il 1963 e i primi anni Settanta la società francese costruisce in Piemonte altri stabilimenti: Cuneo (1963), Alessandria (1971), Torino Stura (1971) e Fossano (1972). Si tratta di complessi industriali dotati di macchinari ed impianti moderni che rendono, progressivamente, la produzione del vecchio stabilimento di Torino Dora sempre meno competitiva. Nel 1982, con la costruzione a Torino Stura di un nuovo reparto di 10.000 metri quadrati, il destino della Michelin Dora appare segnato. Progressivamente, infatti, si assiste al trasferimento delle lavorazioni nella nuova struttura di Torino Stura e al successivo abbandono dello stabilimento di Torino Dora che chiude i battenti nel 1997. Attualmente, sull’ex area Michelin sorge un ipermercato. A ricordare l’esistenza di uno dei cuori pulsanti dell’industria cittadina, resta l’antica ciminiera, un tempo utilizzata dai reparti di stampaggio.

4. Lo stato sociale

Con l’obiettivo di “rendere più agevole il tenore di vita dei propri dipendenti” (2), la Michelin sviluppa e consolida un sistema di welfare aziendale capace di seguire il lavoratore “dalla culla alla bara” (3).
All’interno dello stabilimento sorge un refettorio e uno spaccio per la vendita di generi alimentari a prezzi ridotti. Una struttura rivelatasi un punto di riferimento essenziale per i lavoratori durante la seconda guerra mondiale, quando si occupa di rifornire al magazzino della società, temporaneamente ubicato nei locali del teatro del dopolavoro, latte in polvere, olio, riso e farina donati a ogni famiglia in base al numero dei componenti. Lo stato sociale Michelin prevede la costruzione, tra corso Umbria e via Treviso, di un complesso abitativo per i dipendenti dotato di asilo e ambulatorio medico ad uso dei lavoratori e delle loro famiglie. Attraverso la costruzione del Michelin Sport Club, sul lato opposto di corso Umbria, la società consolida la propria presenza sul territorio: si tratta di una struttura dopolavoristica polivalente destinata a ospitare cinema, teatro, sala feste, ristorante e campi sportivi per il calcio e il tennis.

Cronologia

1906 – Fondazione;

1907 – Esce dallo stabilimento il primo pneumatico Michelin;

1915-1918 – Ampliamento stabilimento;

1940 – Trasferimento in Francia dei macchinari speciali;

1940 – Assorbimento dello stabilimento da parte della Pirelli;

1946 – Ripresa produzione con il marchio Michelin;

1997 – Trasferimento delle lavorazioni nel complesso di Torino Stura e chiusura dello stabilimento.

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Ente Responsabile

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