Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Celeste Negarville (Avigliana, Torino, 1905 - Roma 1959)

Uomo politico, uno dei maggiori esponenti del PCI, sindaco di Torino dal 1946 al 1948. Sottosegretario agli Affari Esteri nel ministero Parri e De Gasperi. Senatore dal 1948.


Nascita: 1905
Avigliana, Torino

Morte: 1959
Roma

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  • sindaco | politico

A Torino, molti suoi compagni di partito, stando attenti a non farsi sentire da lui, lo chiamavano - per la distinzione e la finezza del tratto - “il marchese”. In realtà Carlo Celeste Negarville (questo il nome completo, abbreviato familiarmente in “il Nega”), così come il fratello minore Osvaldo, lavorò sin da ragazzo in fabbrica come operaio. Durante la Prima Guerra Mondiale, interrotti gli studi secondari, lavorò alla Diatto, poi alla Spa e alla Giacchero, partecipando alle prime lotte operaie. Nel 1919, non ancora quindicenne, s’iscrisse alla Federazione giovanile socialista, avvicinandosi al gruppo dell'Ordine Nuovo.

Nel 1920, durante l'occupazione delle fabbriche, fu “guardia rossa” e nel 1922 divenne segretario della Sezione comunista torinese di Borgo San Paolo. Alla fine del 1922, dopo gli assassinii di sindacalisti e dirigenti comunisti per mano delle squadracce fasciste di Brandimarte e l'incendio della Camera del Lavoro, Negarville fu tra i tanti antifascisti arrestati dalla polizia. Si sottrasse al processo riparando in Francia e lì lavorò per un paio di mesi in una fabbrica della Renault. Assolto per insufficienza di prove e tornato in Italia, nel 1924 fu eletto segretario della Federazione giovanile comunista di Torino.

Nel 1926 fu prima responsabile della stessa organizzazione per le Tre Venezie e poi, col passaggio in clandestinità, in Campania, in Emilia e nel Veneto. Nel 1927 venne arrestato a Bologna e quindi processato nel 1928 davanti al Tribunale speciale, che lo condannò a 12 anni di reclusione per ricostituzione del Partito Comunista e cospirazione. Scontò la pena ad Ancona, Volterra, Roma, Castelfranco Emilia e Fossano. In questo ultimo carcere, riuscì a rimettersi in contatto con il Centro estero del partito, ma venne scoperto e finì a Civitavecchia. Grazie ad amnistie e condoni, fu scarcerato nel 1934 e riparò nuovamente in Francia.

Designato segretario della Federazione giovanile comunista italiana, dal 1935 al 1938 si trasferì a Mosca, come membro del “presidium” dell'Internazionale giovanile comunista. Tornato in Francia, dove fu tra i redattori del giornale La voce degli italiani e di Lettere di Spartaco, Negarville riprese l'impegno dell'organizzazione clandestina del partito in Italia. Nel gennaio 1943, a Milano, fu tra gli organizzatori degli scioperi del mese di marzo. Dopo il 25 luglio, nei 45 giorni del Governo Badoglio, diresse l'Unità e, dopo l'armistizio, rappresentò i comunisti nella giunta militare del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale). Primo direttore de l'Unità legale, Negarville venne nominato membro dell'Alta Corte di Giustizia. Sottosegretario agli Esteri nel Governo Parri e poi nel primo Gabinetto De Gasperi, fu eletto tra i costituenti. Senatore di diritto nel 1948, nel 1953 Celeste Negarville venne rieletto al Senato e nel 1958 diventò deputato. Negli stessi anni ricoprì anche importanti incarichi nel suo partito. Nel 1955 venne nominato responsabile del Movimento nazionale dei Partigiani della pace.

“Il Nega” - come ricorda Diego Novelli in Com'era bello il mio Pci - nelle patrie galere aveva fatto una 'università speciale'. “Conosceva a memoria tutti i canti dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso... Ci esortava a studiare dicendoci: «Ricordatevi, l'istruzione è obbligatoria, mentre l'ignoranza è facoltativa»“. Non a caso, quindi, il nome di Celeste Negarville compare, nel 1945, tra quelli degli sceneggiatori di quel capolavoro del realismo che è Roma città aperta di Roberto Rossellini. Al suo primo sindaco eletto dopo la Liberazione, la Città di Torino ha intitolato una strada nel quartiere di Mirafiori Sud.

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