Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Telecom Italia Lab (TILab) di via Borgaro

Dal 1925 l’area ospita attività legate prima al settore elettrico, la Società Elettrotermofonica Italiana, poi a quello delle telecomunicazioni, l’Officina Riparazioni Torino e la Telecom Italia Lab, tutte rinomate a livello nazionale.


Lat: 45.09641 Long: 7.66301

Costruzione: 1925

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1. La Telecom Italia Lab (TILab)

L’edificio ospita la sede della Telecom Italia Lab (TILab), il settore della Telecom che si occupa di ricerca e sperimentazione.

Precedentemente viene trasferita qui una sezione del Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni (CSELT) che assorbe l’ORT (Officina Riparazioni Torino della SIP). Lo CSELT è una società di ricerca creata da STET e SIP nel 1961, che diventa uno dei più importanti centri di ricerca sulle telecomunicazioni a livello internazionale. La sede principale è in via Reiss Romoli 274, mentre la sezione di via Borgaro ha il compito specifico di testare le nuove tecnologie prima di metterle sul mercato.

Nel 1997 lo CSELT entra in Telecom Italia S.p.a. e nel 2001 diventa una sede di TILab.

2. L’ORT: Officina Riparazioni Torino della STIPEL (Società Anonima Telefonia Interna Speciale), poi SIP (Società italiana per l’esercizio telefonico)

L’ORT si occupa di riparare le apparecchiature telefoniche e aggiornarle alle nuove tecnologie; è la sede più grande a livello nazionale delle Officine Riparazioni del gruppo STET, affiancata inizialmente solo dalla sede di Milano, e successivamente da quelle di Bologna e Marghera.

L’ORT nasce come una sezione distaccata della SEI (Società Elettrotermofonica Italiana) nel 1925, poi trasferita nei suoi locali di via Borgaro nel 1928. Quando la SEI chiude, la sezione viene rilevata dalla Società Anonima Telefonia Interna Speciale, che ne assorbe i vecchi addetti, 25 operai e 3 impiegati, e ne sviluppa l’attività sino a giungere a 82 operai e 4 impiegati, sotto la direzione dell’ingegnere Alfiero Mondardini.

Nel 1930 passa alla società telefonica STIPEL assumendo il nome di ORT, entrando in una fase di incremento dell’attività dovuta alla crescente diffusione degli impianti telefonici e legata al passaggio da una produzione di tipo artigianale a una industriale, cui segue l’allargamento degli stabilimenti.

Nel 1959 conta 249 operai e 49 impiegati, e si articola in 16 settori: lavorazioni varie, apparecchi principali, centrali-centralini-IIS, meccanica, cordoni e strisce di protezione, collaudo, montaggio, verniciatura, nichelatura, falegnameria, fotografico, uffici amministrativi, ufficio tecnico, magazzini, reparto esperienze e ufficio documentazione centralizzata.

L’Officina alla fine degli anni Ottanta diviene una sezione dello CSELT.

3. La Società Elettrotermofonica Italiana (SEI)

La SEI è una delle prime aziende italiane a produrre negli anni Venti del Novecento elettrodomestici come cucine elettriche, ferri da stiro e lavastoviglie.

Nasce nel 1920 come Società Anonima Ing. Barosi Cinzio, che ha sede in via Morosini e produce e commercializza apparecchiature elettriche. Nel 1921 viene rilevata dalla SIP elettrica che ne cambia il nome in Società Elettrotermica Italiana e organizza la produzione in tre settori: progettazione di linee elettriche, produzione di apparecchi elettrotermici industriali e domestici.

Nel 1925/26 diventa Società Elettrotermofonica Italiana e, trasferita in via Borgaro probabilmente in previsione di un ampliamento produttivo, occupa circa 330 dipendenti.

Investendo negli elettrodomestici, la SIP elettrica tenta di fare acquisire al mercato dell’energia elettrica una dimensione di massa. Questo progetto però fallisce per l’assenza, a differenza di quanto accadrà durante il boom economico degli anni Sessanta, di un aumento del potere d’acquisto dei salari che permetta un consumo diffuso di beni non primari.

In contraddizione al progetto, poi, il target dei prodotti si riduce al ceto alto-borghese che però trova più conveniente ricorrere ai domestici i quali, non a caso, nella propaganda commerciale della SIP vengono definiti «meno disciplinati e produttivi» degli elettrodomestici [1].

Nel 1929 la SEI viene chiusa e le varie attività produttive dislocate altrove, tranne il settore delle riparazioni telefoniche, futura ORT.

Note

1. VALTER RODRIQUEZ, La fabbrica della «Casa Elettrica»: la S.E.I., Società Elettrotermofonica Italiana, di via Borgaro, in «Quaderni del Cds», anno III, n. 5, 2004 fascicolo 2/2004, p. 15

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico Telecom Italia, Fondo O.R.T., 1926-84. Conserva i fascicoli dell’ufficio tecnico STIPEL, interessante per la storia delle tecnologie di telecomunicazione: al suo interno schede tecniche di centrali, centralini, apparati di commutazione automatica e manuale, etc...
  • Serie fotografiche: Archivio Storico Telecom Italia, Serie ORT. 253 Archivio Storico Telecom Italia, Fondo Iconografico Storico SIP
  • Archivio Storico della Città di Torino, Progetti edilizi, 1911, n. 922, Progetti edilizi, 1918, n. 116, Progetti edilizi, 1918, n. 117, Progetti edilizi, 1919, n. 69, Progetti edilizi, 1921, n. 409, Progetti edilizi, 1926, n. 600, Progetti edilizi, 1919, n. 4, Progetti edilizi, 1927, n. 102, Progetti edilizi, 1927, n. 975, Progetti edilizi, 1927, n. 1013, Progetti edilizi, 1929, n. 730, Progetti edilizi, 1936, n. 85 s, Progetti edilizi, 1937, n. 1029 s, Progetti edilizi, 1938, n. 44 s, Progetti edilizi, 1938, n. 503 s, Progetti edilizi, 1938, n. 534 s, Progetti edilizi, 1938, n. 609 s, Progetti edilizi, 1938, n. 739 s, Progetti edilizi, 1938, n. 787 s, Progetti edilizi, 1939, n. 355 s, Progetti edilizi, 1940, n. 276 s, Progetti edilizi, 1942, n. 10314, Progetti edilizi, 1942, n. 10438, Progetti edilizi, 1943, n. 10201, Progetti edilizi, 1947, n. 322, Progetti edilizi, 1947, n. 120032, Progetti edilizi, 1949, n. 20643, Progetti edilizi, 1951, n. 110198, Progetti edilizi, 1954, n. 10164, Progetti edilizi, 1955, n. 80025, Progetti edilizi, 1963, n. 11345, Progetti edilizi, 1964, n. 11033, Progetti edilizi, 1966, n. 40138, Progetti edilizi, 1976, n. 11062, Progetti edilizi, 1977, n. 60164, Progetti edilizi, 2006, n. 7497

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Ente Responsabile

  • Comitato Parco Dora