Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Anili, abbigliamento

Questo piccolo negozio, che con i suoi colori tenui rimanda ad antichi giochi d'infanzia e alle case delle bambole dell'Inghilterra vittoriana, è un tocco di leggerezza che spicca tra i negozi del sottoportico di piazza Castello. Nato come rivendita della storica fabbrica Lenci, appartiene almeno da tre generazioni alle discendenti della famiglia.


PIAZZA CASTELLO 33

Realizzazione: 1926

Variazione: 1953

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1. Cenni storici

Gli esordi, nel 1926, rimandano a Enrico Scavini e alla moglie Elena König Scavini, fondatori della rinomata ditta torinese Lenci acronimo di LUDUS EST NOBIS CONSTANTER INDUSTRIA (il nome Lenci deriva da Lencina, appellativo della prima bambola prodotta col diminutivo di Helen König in tedesco: Helenchen). All' intraprendente signora di origine tedesca, artista e autrice delle prime bambole Lenci, si deve il classico aspetto paffuto di alcune di quelle bambole, oggi ricercatissime dai collezionisti, realizzate nel feltro ingualcibile detto “panno Lenci”, su modelli disegnati da grandi artisti quali Marcello Dudovich, Gigi Chessa, Sandro Vacchetti.

Il nome attuale ricorda Anili Scavini, figlia di Elena, cui si dovevano vestiti e accessori femminili ricercati, realizzati in pochi esemplari in un laboratorio di fiducia.

2. Arredi esterni e interni

Il lezioso negozio d’inizio Novecento ha una devanture a monoblocco in ghisa e ferro laccata in bianco e rosa; colori tenui cui fa eco la scritta Anili inserita a grandi caratteri corsivi rosa antico tra due enormi cuori e la riproduzione di un tipico esempio di bambola Lenci applicato nella fascia in basso.

Sono gli stessi artisti attivi per la fabbrica, Chessa Vacchetti e Sturani, a progettare gli interni del locale, un unico ambiente voltato a botte con soppalco: i mobili laccati di bianco con cassetti e ante centinate, oggi senza i vetri, e l’originale scala i cui pomoli, invece delle usuali sfere, recano scolpiti paesaggi in miniatura. Una sorta di fiaba visiva ripresa nei pomelli degli armadi.(1)

 

Note

(1) L'attribuzione trova riscontro in alcuni disegni per mobili disegnati da Vacchetti e da Chessa, anche se non specificatamente riferibili al negozio Lenci di Torino. Cfr. L. Castagno, in M.M.Lamberti, op.cit., 1990 p. 165 e M. Giorgi, H. Solmavico, Le Bambole Lenci - Le Bambole di Stoffa Italiane, 2003, pp. 18, 21.

Per D. Sanguineti, cit., 2015, i mobili del negozio torinese possono invece riconoscersi in quelli delineati in un bozzetto di M. Sturani del 1939.

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino, 2016