Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Sferisterio di corso Oporto

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Prima dell’edificazione dell’impianto di via Napione intitolato a Edmondo De Amicis, lo sferisterio di corso Oporto (oggi corso Giacomo Matteotti) è stato per una decina d’anni (1867-1876) il principale polo torinese del gioco del pallone.


Lat: 45.06922 Long: 7.66680

Costruzione: 1867

Abbandono: 1876
Crollo muro d’appoggio

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Categorie

  • impianto sportivo

Torino rimane per qualche anno priva di un campo per il gioco del pallone, dopo l’abbattimento, negli anni Cinquanta dell’Ottocento, dei bastioni orientali dei Giardini Reali e lo smantellamento della Cittadella, a ridosso dei quali si trovavano due aree da gioco. Nel 1867 la Municipalità decide di stanziare 24.500 per la costruzione di un nuovo sferisterio. L’area individuata per il nuovo impianto è all’incrocio tra corso Vinzaglio e corso Oporto (l’attuale corso Matteotti). Progettato dall’Ufficio d’Arte, viene costruito nel giro di pochi mesi. Così ne parla Pietro Baricco in Torino descritta:

"La palestra è lunga 128 metri e larga metri 25. Il muro detto d’appoggio al lato sinistro di chi lancia il pallone è alto 15 metri. Sulla testa della lizza sorge un grazioso casotto a ricovero dei giocatori e ad uso caffè, con sopravi una galleria coperta per gli spettatori. Una gradinata comincia dal piano della palestra con sette gradini, e va sino al terrazzo, su cui possono sedere 250 spettatori. In fondo s’erge un’alta gradinata a sei soli gradini, capace di 200 persone: 300 altre persone possono stare sedute al lato opposto al muro di appoggio lungo la palestra. Una rete di robusta fune, tesa in piano verticale, e raccomandata ad antenne, mette in sicuro dai colpi dei giocatori le persone che assistono spettatrici."¹

È un esempio di intervento da parte del Comune piuttosto curioso e, per certi versi, anticipatore. Si tratta, innanzitutto, di una vera e propria iniziativa di promozione del gioco del pallone attraverso la costruzione di un apposito impianto; in più, il Comune lo dà in gestione a imprenditori che, a suon d’ingaggi, si contendono i migliori giocatori del momento. Nel 1876 un violento temporale provoca il crollo di parte del muro d’appoggio. Il gioco del pallone è di nuovo privo dello sferisterio; c’è il rischio che l’attività si disperda in spazi di fortuna, come a inizio secolo; nel frattempo l’impianto di corso Oporto viene destinato ad altri sport, come la ginnastica e le corse di velocipedi. Occorrerà aspettare il 1895 per vedere realizzato un nuovo impianto.


Note

1. Pietro Baricco, op. cit., p. 565-566.