Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Vittorio Amedeo III (1725-1796)

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Un sovrano considerato debole, talora fatuo, ma che tentò una modernizzazione tecnica e scientifica del regno.


Nascita: 1725

Morte: 1796

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  • re

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  • sala 1780

Vittorio Amedeo III salì al trono nel 1773 dopo che il padre lo aveva tenuto lontano dagli uffici pubblici, lasciando che si dedicasse alla vita di corte. Insofferente del clima di chiusura dei costumi e di pensiero del regno paterno, licenziò gli ottimi ministri che avevano assistito Carlo Emanuele III, tra i quali Giovanni Battista Lorenzo Bogino, e nominò i suoi favoriti, non altrettanto capaci. Abbandonò larga parte degli interventi di riforma dei suoi predecessori, concentrandosi, però, sull' esercito e sulla cultura scientifica. La sua corte fu l’esatto contrario di quella cupa e modesta del padre.

Allo scoppio della Rivoluzione francese, offrì ospitalità a esponenti dell'emigrazione legittimista e ritirò l'ambasciatore sabaudo a Parigi. Il timore che la "peste francese" dilagasse negli Stati sabaudi si dimostrò fondato.  Del 1792 è l'annessione alla Francia di Nizza e della Savoia, inevitabile nonostante l’aiuto austriaco.  Ne seguì una serie di tracolli, attribuiti all’incapacità dei comandanti, su cui il re non s’impose, sino alla pace di Parigi nel 1796 che sancì l'egemonia francese sul regno sabaudo e aprì i confini del Piemonte alle guarnigioni d’Oltralpe.

Vittorio Amedeo III morì pochi mesi dopo.