Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Domus di via Basilica

Scavi condotti a più riprese nell’isolato hanno fatto riemergere i resti degli edifici che si sono succeduti nell’area a partire dall’età romana.


Lat: 45.074007 Long: 7.683257

Realizzazione: I Sec. (0-99)

Ritrovamento: 1982 - 2001

Realizzazione: IV Sec. (300-399) - V Sec. (400-499)

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Categorie

  • abitazione

Tag

  • mostra antica | carta archeologica

1. Introduzione

L’isolato Santo Stefano è stato quasi interamente scavato, a più riprese, nel corso di oltre venti anni a partire dal 1982, nell’ambito di un risanamento generale dell’intera area che è oggi in gran parte occupata dall’albergo NH e dal parcheggio multipiano Santo Stefano; il fronte prospiciente le vie Torquato Tasso e IV Marzo, invece, è stato interessato da una ristrutturazione completa dei palazzi storici e dalla creazione di autorimesse interrate. L’isolato occupa oggi un’area di dimensioni maggiori rispetto all’insula di età romana, il cui fronte verso via Conte Verde era più arretrato di quello odierno, come dimostra il rinvenimento di un condotto fognario che doveva correre sotto la strada antica (un cardine minore).

2. L’età romana

Nel corso della seconda metà del I secolo nell’area sorgono almeno tre domus, affacciate rispettivamente sulle vie oggi ricalcate da via Conte Verde, via Basilica e via Torquato Tasso. I resti degli edifici messi in luce erano estremamente frammentari e difficilmente ricomponibili. Sembra comunque ipotizzabile una organizzazione ricorrente di ambienti raccolti intorno a una corte centrale aperta. Nella domus affacciata su via Basilica è stato riconosciuto anche un vano riscaldato.
Nei tre secoli successivi le diverse parti del complesso hanno subito diverse ristrutturazioni anche importanti che non ne hanno però modificato radicalmente l’aspetto. In particolare sono evidenti alcune successive ripavimentazioni in cementizio (una gettata di malta mista a scaglie di pietra bianca e frammenti ceramici), anche con decorazioni geometriche con tessere di mosaico; un’area pavimentata a mattoni era invece probabilmente un corridoio porticato. Frammenti di opus sectile (lastrine di marmi colorati con cui si componevano pregiate decorazioni pavimentali e murali) sono probabilmente pertinenti a una ristrutturazione del IV secolo. In alcuni casi le murature molto esili affiancate da depositi di argilla fanno pensare a elevati in opus craticium, un ordito di travi orizzontali, verticali e oblique riempito da mattoni crudi.

3. L’età tardoantica e alto medievale

Dopo l’età romana, tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, gli edifici dell’area subiscono una forte contrazione e si concentrano soprattutto in un grande fabbricato rettangolare, con pali di sostegno in legno, circondato da aree aperte incolte o utilizzate come orti; alcune buche di palo testimoniano la presenza di annessi minori per ricovero di attrezzi e animali. Le strutture di questo periodo riutilizzano almeno in parte le murature di età romana, anche abbassando i piani pavimentali per recuperare un’altezza adeguata là dove erano già avvenuti i primi crolli.

4. L’età tardo medievale

Dopo un lungo periodo di frequentazione sporadica, solo in epoca tardo medievale si assiste a una nuova frequentazione stabile con l’impianto di attività artigianali e poi di costruzione delle cellule edilizie medievali che si conservano ancora in parte in elevato (casa Broglia).

Fonti Archivistiche

  • Archivio SBAPMAE

Ente Responsabile

  • Mostra Torino: storia di una città
  • Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie