Dove oggi sorge il parco sulla Dora c’era il dopolavoro torinese delle scomparse Officine di Savigliano: un’associazione sportiva e ricreativa nata nel 1921 dopo la stagione delle occupazioni delle fabbriche come intervento diretto del padronato per arginare le tensioni politiche tra gli operai. Ha sede lungo una striscia di terra comunale lungo la Dora, dove a partire dagli anni Venti promuove il ciclismo, la ginnastica, il podismo, le bocce, il tamburello, il nuoto e il tiro assegno e il calcio, con una squadra che milita nel campionato di Seconda categoria Figc. Lo statuto prevede una quota d’iscrizione di 2 lire e il vincolo che gli iscritti siano giovani operai ed impiegati della Barriera di Lanzo, tanto che solo un quinto dei cento soci è dipendente della Snos. Negli anni Trenta con la fascistizzazione di tutte le attività ricreative è iscritto all’Opera Nazionale Dopolavoro. Nel 1935 le attività promosse sono: tiro a segno, spettacoli cinematografici, gare bocciofile, escursioni turistiche e sciistiche. Durante la guerra è danneggiato e la palazzina è occupata da tre famiglie di sinistrati. Dopo il 1945 si trasforma in «Cral Snos-Ceat». La sede è rinnovata con un investimento dell’azienda di 882.526 lire e può contare su una palazzina di due piani, un giardino, un campo da tennis, sei da bocce e uno da basket. La pista danzante all’aperto è del 1948. Nel 1950 sono 2000 i soci complessivi, l’anno dopo, con la crisi e i licenziamenti alla Snos, scendono a 670. Paralizzato dai debiti è abbattuto negli anni Sessanta.