Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Farmacia Omeopatica

In circostanze davvero insolite è entrata a far parte del patrimonio dell'Archivio Storico della Città la «magnifica» farmacia omeopatica, fondata nel 1862 a Torino da Pietro Arnulfi, rilevata nel 1876 dall’«Instituto Omeopatico», annessa nel 1929 all’Ospedale Omeopatico Italiano ed ereditata nel 1985 dal Comune di Torino per essere riallestita alle soglie del terzo millennio nella nuova sede dell’Archivio Storico della Città.


VIA GIUSEPPE BARBAROUX 32

Notizie dal: 1862

Notizie dal: 1876
Rilevata dall'Istituto Omeopatico

Trasformazione: 1929
Trasferimanto nell'Ospedale Omeopatico Italiano in via Orto Botanico (via Lombroso)

Dismissione: 1972

Variazione: 1985
Acquisita dal Comune di Torino

Realizzazione: 1999
Riallestimento presso la sede dell'Archivio Storico

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  • farmacia

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  • Locali storici

1) Cenni storici

Gli arredi provengono dalla farmacia omeopatica di Pietro Arnulfi aperta nel 1862 in contrada della Provvidenza (attuale via XX Settembre), "accanto all'1",  nel 1876 in “proprietà e gestione” condivisa con l’Instituto Omeopatico - associazione privata di medici, farmacisti, veterinari, seguaci della "scuola medica omeopatica" , dal 1882 Istituto Omeopatico Italiano, eretto in ente morale nel 1886 (1).

Nel 1929 la farmacià già Arnulfi confluì nell’Ospedale Omeopatico Italiano, istituito nel 1887 in via Orto Botanico (attuale via Lombroso), destinata alla preparazione esclusiva dei rimedi omeopatici necessari ai degenti. Il nosocomio, che accolse in poco meno di tre lustri 473 pazienti, negli anni Trenta perse progressivamente gran parte dei suoi adepti. L’Ospedale fu declassato a infermeria e poi a piccolo cronicario e gli arredi della farmacia restano inutilizzati.

Nel 1972 la storica farmacia omeopatica, ritenuta da alcuni più bella di quella di Londra, fu chiusa al pubblico e dimenticata. Nel 1985, con lo scioglimento dell’Istituto, riaffiorò dall’oblio, con gli arredi che necessitavano di importanti interventi di restauro, ed è affidata, poi, per la custodia e la conservazione all’Archivio Storico Comunale, che in quegli anni era in procinto di realizzare la nuova sede archivistica dov’è tuttora e dove la Farmacia, opportunamente ricomposta, è finalmente restituita alla collettività.

I preziosi arredi sono “in legno di ciliegio verniciato di nero” e “filettature d’oro” con severi scaffali e file serrate di cassetti, ciascuno dei quali destinato alla custodia esclusiva di una sola sostanza, onde evitare contaminazioni. Negli scaffali vi sono in esposizione ampolle, mortai e pestelli, e oltre 250 volumi superstiti della biblioteca specializzata dell’Istituto: trattati e manuali ottocenteschi, rare riviste del primo Novecento, consultabili da studiosi ed interessati. Un posto fondamentale è assegnato ad alcuni testi fondamentali di Samuel Hahnemann: Traité de Matière médicale ou de l'action pure des médicaments homœopathiques e Doctrine et traitement homœopathique par maladies chroniques, tradotti dal tedesco da Jourdan (Académie Royale de Médecine) e pubblicati a Parigi nel1834 e nel 1846.

Nel 2005, la mostra dedicata alla storica farmacia Una farmacia in Archivio Medicina omeopatica in Piemonte tra Ottocento e Novecento, ha ripercorso la storia delle alterne fortune, reazioni in campo scientifico e  ripercussioni in campo giuridico, incontrate in Italia e specialmente in Piemonte dall'omeopatia, l’antica «nuova arte del guarire» fondata sulla «legge dei simili», sperimentata e teorizzata tra Sette e Ottocento dal medico sassone Samuel Hahnemann (Meissen, 1755 – Parigi, 1843), collaboratore di Michele Buniva, tra le figure più eminenti della medicina piemontese del tempo e di cui la Città conserva il fondo archivistico.

Note

(1)  Guida di Torino, ediz. Marzorati 1877, p. 192

Ente Responsabile

  • MuseoTorino