Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Aiuola Statuto

Una semplice lapide, situata iin Largo Cibrario, commemora le 64 vittime della tragedia del cinema Statuto.


Lat: 45.077761 Long: 7.66695

Realizzazione: 2010

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  • lapide | aiuola

La tragedia del cinema Statuto

Nel tardo pomeriggio del 13 febbraio 1983, il proiettore del Cinema Statuto comincia a gracchiare, come sempre, per quella che sarebbe stata la sua ultima fatica.

Un centinaio di persone, in quella nevosa domenica di Carnevale, vigilia di San Valentino, s’è rifugiato, cercando un momento di svago, nel cinematografo, per assistere alla proiezione della commedia francese «La capra», giunta alla 13a settimana di programmazione: 64 di esse, senza saperlo, si sono date appuntamento con una morte spietata ed assurda.

Poco dopo le 18 un cortocircuito appicca il fuoco, che si propaga agli arredi: l’ossido di carbonio e l’acido cianidrico trasformano il locale in una camera a gas.

I corpi sono allineati dapprima sul marciapiede, poi, quando le proporzioni della tragedia si fanno realtà, nel contiguo garage: il «supremo scolorar del sembiante» dei loro miseri volti è annerito e sconciato dal fumo.

La città, mesta ed attonita, si stringe attorno alle bare di quelle persone, che invano hanno cercato «morendo il Sole».

Da quel momento cominciano indagini sistematiche nei cinema, nelle discoteche, nei circoli culturali e negli altri luoghi di ritrovo della città e molte sale sono chiuse, mentre è inasprita la normativa in materia di sicurezza per i locali pubblici, le scuole, i luoghi di lavoro: i maniglioni antipanico, fino a quel momento sconosciuti, diventano la regola.

Seguono il lungo processo e le condanne ma nessuno può porre rimedio ad un destino crudele.

Tredici anni dopo, i ruderi del cinema Statuto vengono abbattuti e al loro posto sono costruiti un supermercato, segno dei tempi che passano, e un condominio.

Nel 2010, la Città dedica alle vittime del cinema Statuto l’aiuola, i cui alberi fioriscono per un breve momento dell’anno, a ricordare quanto fu breve la loro vita: la più anziana aveva 55 anni, la più giovane 7.

Nel 2012 tre giovani cineasti torinesi (Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti e Vincenzo Greco) girano un documentario intitolato Sale per la capra, che ricostruisce gli eventi con corredo di interviste ai protagonisti dell'epoca e di documentazione giudiziaria.

Fonti Archivistiche

  • Archivio online de "La Stampa"
  • Archivio edilizio del comune di Torino
  • Archivio Storico della Città di Torino

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