Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Ex Macelleria Curletti

Rilevante arredo commerciale storico dell'oltrepò, nel residenziale quartiere Crimea ai piedi della collina. La storica macelleria del primo Novecento, perfettamente conservata negli arredi e nelle attrezzature è chiusa dal 2015.

 

 


CORSO MONCALIERI 47

Inaugurazione: 1911

Dismissione: 2015

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  • negozio | bottega

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  • Locali storici

1. Cenni storici

Questa rinomata macelleria venne avviata nel 1911 da Oreste Curletti; a lui si deve l'arredo ancora conservato, realizzato in quegli anni da artigiani di Carrara. Si distinse subito tra i locali di fama, quindi, l'ingresso in macelleria del figlio Pino la fece diventare uno dei luoghi torinesi più sofisticati.
Personaggio leggendario, grande amico di Giovanni Arpino e di Luigi Carluccio, al mestiere di macellaio di grande qualità affiancava la passione per l'arte che lo portò ad aprire, in un locale adiacente la macelleria, una notevole galleria chiamata la Parisina inaugurata con una personale di Renato Guttuso nel '69. Ospitò i secessionisti viennesi, Alberto Giacometti, Lyonel Feininger e tanti altri da Graham Sutherland a Fausto Melotti in collaborazione con la galleria Galatea di Mario Tazzoli. Con lui la bottega si arricchì di una notevole galleria di quadri raffiguranti quarti di bue, costate, bovini d’ogni razza commissionati ad artisti del calibro di Soffiantino, Calandri, Tabusso, Saroni, esposti ancora con l'ultima gestione.

Nel 1996 lasciò la macelleria a Sergio Micheli, suo storico assistente che ha mantenuto alta la qualità dell'esercizio fino alla chiusura nel 2015: insieme esemplare che ha saputo concilare le esigenze del commercio attuale con la conservazione della cultura passata, perfino con le autorità sanitarie con cui gli ultimi titolari avevano trovato un accordo per mantenere in uso arredi e attrezzature, nel rispetto delle norme igieniche.

 

2. Arredi esterni ed interni

La devanture a monoblocco in ferro e ghisa verde scuro dei primi anni del Novecento si fa notare da lontano, con la sua eleganza impreziosita dai caratteri in foglia d’oro dell’insegna che riporta il nome del fondatore e dalla testa di bue raffigurata sul vetro dello store verticale.

L’interno si conserva intatto: bancone, rivestimento, oggetti e strumenti testimoniano un intervento unitario e la maestria dei marmisti di Carrara che, nel 1911, ne furono gli artefici.

Domina il marmo bianco di Carrara affiancato al ferro battuto dipinto di bordeaux: lungo le pareti, rivestite di lastre venate sino oltre due metri d’altezza, sono esposti sui sostegni in ferro battuto gli arnesi del mestiere: mannaie e coltellacci; due ceppi di legno su cui un tempo si tagliava la carne; una grandiosa stadera a braccio in ottone dorato, a cui oggi è affidata una funzione decorativa.

A sinistra dell'ingresso, un banco dal piano lievemente inclinato serviva per esporre la merce; il bancone di fronte è in marmi policromi con pannellature, lesene, zoccolo e finiture a cornice sagomata; a destra il banco cassa riprende gli stessi identici motivi ornamentali.

Il retro bottega ospitava le grandi ghiacciaie, divenute poi frigoriferi; in tempi più recenti, il retro stesso è stato trasformato in un'unica spaziosa cella frigorifera.

 

Fonti Archivistiche

  • Legge Regionale 4 marzo 1995/n. 34 “Tutela e valorizzazione dei locali storici” catalogo Guarini Piemonte, presso CSI Piemonte, Costanzo P., Delpiano P., 1998, scheda n. R0155360 e allegati

Ente Responsabile

  • MuseoTorino, 2017