Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Domenico Sereno Regis (1921-1984)

Operaio per breve tempo, partigiano nonviolento, sostenitore dell’obiezione di coscienza, animatore dei comitati di quartiere e fondatore di un centro studi per la promozione della cultura della non violenza.


Nascita: 1921

Morte: 1984

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  • partigiano | operaio

Tag

  • Pace

Cronologia

1921 nascita
1943-1945 adesione alla Resistenza
1945-1947 presidente nazionale GiOC
1967 entra a far parte del MIR italiano
1980 presidente del MIR italiano
1982 fonda un centro per la promozione della cultura non violenta
1984 morte

Domenico Sereno Regis nasce nel 1921 a Torino, dove riceve una formazione di ispirazione cattolica frequentando l’Azione Cattolica e impegnandosi nell’associazione giovanile di matrice cristiana “Rerum Novarum”, attiva nella parrocchia di San Bernardino, in borgo San Paolo. Poco più che ventenne inizia a lavorare alla Cumino, azienda produttrice di cuscinetti a sfera, entrando in contatto con il movimento resistenziale. In fabbrica collabora con le SAP (Squadre di Azione Patriottica), tenendo i collegamenti con gruppi di partigiani attivi nel Canavese. Lo spirito cattolico e il continuo riferimento al messaggio evangelico, lo portano a mantenersi su posizioni coerenti con la sua cultura della non violenza. Tornato a Torino nei giorni dell’insurrezione, imbraccia il fucile senza mai sparare un colpo. Laureatosi in Giurisprudenza e specializzatosi all’università internazionale di studi sociali, è assunto dopo la guerra all’Azienda Elettrica Municipale di Torino, dove lavora per circa un trentennio occupandosi dei servizi sociali. Sensibile alle tematiche del lavoro e dei diritti sociali, è tra il 1945 e il 1947 presidente nazionale della GiOC (Gioventù Operaia Cristiana). In questo periodo inizia a collaborare con le riviste francesi “Esprit” e “Témoignage Chrétien” ed entra in contatto con il Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR), riuscendo a mutuare la propria vocazione di credente con la passione civile. Nel 1967 diventa membro del consiglio nazionale del MIR italiano, diventandone vicepresidente e, nel 1980, presidente. Come membro del MIR si impegna a fondo in favore dell’obiezione di coscienza, diventando tra i principali promotori della convenzione per l’impegno di obiettori in servizio civile. Tra i fondatori del Coordinamento Enti Servizio Civile (CESC), è tra i principali animatori dei movimenti che portano alla formazione dei consigli di quartiere. Nel 1982 fonda a Torino un centro studi per la promozione della cultura della nonviolenza attraverso percorsi di ricerca, educazione e azione. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1984, il centro, attivo ancora oggi, è dedicato alla sua memoria.

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Ente Responsabile

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