Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Giajone, il Giaione

Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca. Neglià degli anni Ottanta del Novecento è stata sottoposta a interventi di restauro conservativo e di ristrutturazione, per ospitare gli uffici della Circoscrizione e, dal 1992, la Biblioteca Civica.


VIA GUIDO RENI 114

Notizie dal: 1694

Rifacimento: 1762 - 1785
demolizione e ricostruzione della cascina

Restauro: XX Sec. (1900-1999)
anni '80

Bombardamento: 17 Agosto 1943

Inaugurazione: 1992
inaugurazione della biblioteca “Alessandro Passerin d' Entrèves”

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1. Dalle Origini alla fine del Settecento

La “Carta della Montagna di Torino”, redatta dall’ingegnere-topografo La Marchia, rileva il territorio di Torino compreso tra la Stura ed il Sangone così come si presenta tra il 1694 ed il 1703. In essa è presente la prima rappresentazione della “cascina Giaione”, indicata con la denominazione “Iayon”.

Le carte topografiche relative all’Assedio di Torino del 1706 rilevano la cascina con la denominazione “Cassina de’ Reverendi Padri della Consolata d’Asti”.

Nella “Carta Topografica Dimostrativa dei contorni della Città di Torino e Campagne”(1785), la cascina, localizzata in un’area del territorio del Feudo di Roccafranca detta “Il Gerbo”, è individuata come “cassina nuova del Conte Martin”.

Il conte Giuseppe Martini Montù di Beccaria, tra il 1762 ed il 1785, aveva fatto demolire e ricostruire la vecchia cascina “Giaion” di proprietà dei Padri della Consolata di Asti. L’architetto Giovanni Amedeo Grossi, sulla “Guida alle Cascine e Vigne del Territorio di Torino e suoi contorni" del 1790, descrive così la nuova costruzione: “[…] L’edificio di dette cascine formanti tre maniche, due delle quali sono lunghe trenta trabucchi circa [circa 90 metri], fabbricati tutti di nuovo da pochi anni, è una de’ singolari edificij, che vi sono sul territorio di Torino, che gareggia co’ migliori di què contorni; comode sono le abitazioni pegli affittajuoli, e bovari, grandiose le stalle tutte a volta, ed i granaij, tuttoché posti al secondo piano, vi si ha nondimeno l’accesso colle bestie per via di comode rampe; in dette cascine sono impiegati continuamente sei paja di buoi essendo composte da 180 giornate […]”.

Il progettista dell’edificio rurale è sconosciuto; la ricercatezza nella composizione delle differenti parti funzionali della cascina, suggerisce che possa essere stato qualche importante architetto attivo nella capitale sabauda in quel periodo.

Sia il “Catasto Francese o Napoleonico” che il “Catasto Napoleonico Primitivo”, realizzati tra il 1805 ed il 1806, rappresentano la “Ferme Giajon” e rilevano le nuove fabbriche della cascina edificate tra il 1762 ed il 1785.

2. L’Ottocento

Il “Catasto Particellare Gatti”, redatto fra il 1820 ed il 1830, rileva “Il Giajone” come un corpo di fabbrica a corte chiusa e con impianto planimetrico a “C”, attribuendone la proprietà al barone Luca Martin di San Martino. La cascina rilevata dal Gatti era composta da casa, casa civile, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli), prati, orti e campi.

Nel “Catasto Rabbini”(1866), la configurazione della “cascina Giaione” si presenta sostanzialmente invariata rispetto alle rappresentazioni precedenti: tre corpi di fabbrica disposti ad “U”, affacciati su di una corte chiusa ed utilizzati come “casa civile” (l’abitazione saltuaria del proprietario), come “casa rurale” (in cui risiedevano contadini e bovari), come deposito, stalla oppure come fienile. Completano le dotazioni della cascina un forno e la torre colombaria, usata come punto trigonometrico nelle operazioni di misurazione del territorio.

L’intorno ambientale è costituito da campi, uno dei quali adibito a “canapaia”, prati irrigui, orti e giardini. In uno degli orti, cinto da muri, vengono coltivate piante di vite. La proprietà di edifici e terreni è sempre attribuita al barone di San Martino.

3. Dal Novecento ai giorni nostri

Il 16 agosto 1943, durante i bombardamenti alleati, una bomba dirompente cade nella corte della cascina Giaione distruggendo due bassi fabbricati. Soffio di bomba dirompente causa il distacco della copertura del tetto, lesioni a muricci e soffitti, schiantamento della chiassileria di un piano dell'edificio. Numerosi altri ordigni colpiscono l’area circostante.

Dopo il 1972 viene abbattuto l’edificio delle scuderie. E’ ancora presente una torretta adibita a colombaia e nello scantinato la ghiacciaia o ghiacciera, rara struttura interrata di 4-5 metri, deposito cilindrico di mattoni a forma di imbuto, ove veniva pressata la neve per tenere fresche le derrate alimentari. A lato dell’imbuto, posta in alto sull’esterno della struttura, si osserva una bocca di lupo che consentiva l’introduzione di ghiaccio e neve nella stagione invernale direttamente dalla strada esterna.

Nella seconda metà degli anni 80, è stata sottoposta a interventi di restauro conservativo degli esterni e di ristrutturazione degli interni, per ospitare, oltre agli uffici della II Circoscrizione (Santa Rita - Mirafiori Nord), la sede della Biblioteca Civica “Alessandro Passerin d' Entrèves”, inaugurata nel 1992.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
IL GIAIONE
Via Reni 114

Cascina di pianura.
Edificio rurale di valore documentario ed ambientale, tipico e significativo esempio di cascina di pianura con torre colombara, ora inserita nel costruito con uso a servizi.
L'edificio attuale, ultimato nel 1790 è, secondo il Grossi, la ricostruzione di un precedente risalente al tardo Seicento, proprietà dei Martin Montù Beccaria. Venne ampliato nell'Ottocento con due unità abitativo-produttive rispettivamente nei due bracci Sud-Ovest e Nord-Ovest.

A. GROSSI, 1790; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791; [Catasto RABBINI], 1866; TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ [...], 1840; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970; M.G. D'APRA, C. RONCHETTA, 1975; C. RONCHETTA, 1980; C. RONCHETTA, B. DELPIANO, 1981.
Tavola: 56

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • La Marchia , Carte de la Montagne de Turin avec l’etendue de la pleine dépuis le Sangon jusqu’a la Sture, 1694 – 1703, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche per A e B, Torino, Torino 14
  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Mappa primitiva Napoleonica, 1805, Archivio Storico della Città di Torino, CAN, Sezioni 1-70
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 23
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 23 , art. 1039
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 2377, cart. 47, fasc. 2, n. ord. 1

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