Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

Sviluppo demografico

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Da inizio secolo al 1864 la popolazione di Torino aumentò costantemente, come avveniva nelle altre città in tutt’Europa. Nella capitale si moriva di meno e molti ne erano attratti, trasferendovisi.


Periodo di riferimento: XIX secolo

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  • sala 1808

Nell’Ottocento Torino crebbe di dimensioni e popolazione. Negli anni venti superò i 100.000 abitanti, ed essi continuarono poi ad aumentare, sino agli anni sessanta del secolo.

Sebbene si siano ipotizzati alcuni errori nelle statistiche d’epoca e non siano mancati anni con il saldo naturale in controtendenza, l’incremento medio annuo della popolazione fu prima del 6%, poi del 15% (1838-48), e, nei decenni successivi, del 28% e del 34%. L’aumento fu determinato dal numero maggiore di nati rispetto ai morti (poiché diminuivano i tassi di mortalità), ma anche dall’immigrazione, che giungeva soprattutto dalle campagne circostanti e dalla provincia, particolarmente nei periodi di maggior disagio (carestie, epidemie), quando il capoluogo garantiva maggiori possibilità di sopravvivenza e d’assistenza. Un picco nelle immigrazioni si ebbe quando Torino divenne capitale d’Italia e nei pochi anni in cui lo rimase.

Il movimento demografico accomunò Torino alle altre grande città del tempo, nella Penisola e all’estero. Molto probabilmente, la miglior qualità della vita in città fece sì che vi vivessero persone mediamente più anziane di quelle della campagna (dove si moriva di più e ad età inferiore).