Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Edifici ex Industria Chimica Sclopis

Fondata nel 1812 è la prima fabbrica a produrre in Italia acido solforico. Oltre allo stabilimento di Torino apre unità produttive a Spinetta Marengo e Cogoleto Ligure. Nel 1931 è assorbita dalla Montedison che chiude il complesso torinese.


CORSO NOVARA 89/A

Costruzione: 1890

Bombardamento: 1942 - 1943

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Categorie

  • abitazione | bombardamento | industria

Tag

  • bombardamenti

Cronologia

1812 – Fondazione;

1832 – Ampliamento stabilimento;

1839 – Conseguimento concessione per sfruttamento miniere di Brosso;

1921 – Conseguimento concessione per sfruttamento miniere di Chialamberto;

1931 – Assorbimento da parte della Montecatini e dismissione stabilimento.

1. L'Industria Chimica Sclopis

Prima fabbrica di acido solforico in Italia, è fondata a Torino nel 1812. Concentra le sue lavorazioni nello stabilimento di Borgo Dora, una struttura di “50.000 metri quadrati” (1), nei cui reparti si fabbricano anche acido nitrico, solfato di rame, di ferro, di magnesio, di soda e d’ammoniaca.

Dopo i primi vent’anni di attività la società, che nel 1832 occupa circa 200 dipendenti tra operai e impiegati, si presenta come un organismo produttivo di buone dimensioni, deciso non solo ad ampliare il proprio stabilimento, ma anche a intraprendere una nuova strada, quella dello sfruttamento delle piriti.

Nel 1839 la Sclopis ottiene la concessione e l’esercizio delle miniere di Brosso, nei pressi di Ivrea, iniziando lo sfruttamento delle cave di pirite, che gli consentono di produrre acido solforico utilizzando i minerali dei propri giacimenti. Agli albori del nuovo secolo, la società, con i suoi 500 addetti, non si limita a potenziare il livello tecnologico dello stabilimento torinese, ma ne apre altri a Cogoleto Ligure, per “essere più vicino ai mercati liguri e al porto di Genova” (2) e a Spinetta Marengo in provincia di Alessandria, per “fornire concimi agli agricoltori della Valle Padana” (3).

Qualche anno più tardi, nel 1921, la società acquisisce l’esercizio di un’altra miniera a Chialamberto, nelle Valli di Lanzo. È uno degli ultimi passaggi dell’azienda, assorbita nel 1931 dalla Montecatini che decide di dismettere lo stabilimento di Torino, al posto del quale sorge, oggi, un condominio privato.

2. Bombardamenti

Durante il secondo conflitto mondiale, lo stabilimento della Società Montecatini fu colpito, presumibilmente nel novembre 1942 e nel luglio 1943 (le date segnalate sulla scheda di rilevazione dei dati sono errate). Bombe incendiarie provocarono la distruzione di parte del fabbricato. Soffio di bomba dirompente causò lo scoperchiamento del tetto, il crollo di muricci, lo schiantamento della chiassileria in due piani. Alla data del 23 febbraio 1945, i danni risultavano essere parzialmente riparati.

Note

1. Ernesto Trevisani, Rivista industriale e commerciale di Torino e Provincia, Capriolo e Massimino, Milano, 1896, p. 36.

2. Franco Vegliani, Nonni e nipoti. Storia degli industriali italiani, Successo, Milano, 1972, p. 192.

3. Op. cit.

Fonti Archivistiche

  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 1584, cart. 33, fasc. 7, n. ord. 1

Luoghi correlati

Ente Responsabile

  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà
  • ISMEL