La seconda fase del Sessantotto

Dopo gli esordi, caratterizzati dall’interesse per università e cultura, il movimento studentesco torinese unì le proprie rivendicazioni a quelle del mondo operaio e a una più vasta idea di rinnovamento sociale.
Dopo l’iniziale contestazione nei confronti dell'autoritarismo, innanzitutto accademico, e della cultura ufficiale, ben presto gli studenti militanti avviarono una azione politica più decisa: le notizie che provenivano dalla Francia e la lotta contro la guerra in Vietnam conferirono alla protesta un respiro internazionale, ma il movimento studentesco torinese si aprì anche al rapporto con gli operai. L’impegno riguardò quindi sia le questioni della fabbrica che altri temi quali quello della casa, causa, nel luglio 1969, della manifestazione di corso Traiano conclusasi in duri scontri con la polizia e arresti.
Il movimento strinse inoltre solidi legami con i gruppi extraparlamentari (i cui esponenti spesso provenivano dalle sue stesse fila), a conferma di un desiderio di intervento sull’intera società e di una tangibile insoddisfazione verso i tradizionali partiti della sinistra.