Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Edificio residenziale, già fabbrica Gilardini poi Tobler

L’edificio che ospitava fino a quarant'anni fa la fabbrica di cioccolato svizzero Chocolat Tobler e prima ancora la conceria e poi industria bellica Gilardini, è stato recentemente oggetto di riqualificazione e oggi è adibito a uso residenziale e uffici.


VIA AOSTA 8

Notizie dal: XX Sec. (1900-1999)

Bombardamento: 13 Luglio 1943

Variazione: 2009
Recupero e riqualificazione

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  • bombardamenti

1. Ombrelli, bombe, cioccolato

Nel 1831 Antonio Gilardini, di Verbania, con il fratello Giovanni, apre un'attività in corso Giulio Cesare di produzione d'ombrelli e capi in pelle; nel 1876 è aperta una seconda fabbrica, non lontano. Dante Ferraris, che alla morte degli eredi Gilardini assumerà il controllo dell'azienda, si fa promotore della costituzione della Società Anonima Italiana per la Fabbricazione di Proiettili, che raggruppa le più importanti fabbriche torinesi attive nel settore bellico (1).

Fin dai primi anni del Novecento apre uno stabilimento ausiliario in un isolato tra via Aosta e via Parma che comincia a produrre bombe da cannone da trincea "Dumezil". Per il progetto dell'edificio ci si rivolge a Pietro Fenoglio, che aveva già curato la realizzazione dello stabilimento di corso Giulio Cesare (allora corso Ponte Mosca). Il progetto, del 1907-1908, prevedeva una facciata rigorosa interrotta da due corpi di gusto neomedievale con grandi aperture ad arco a tutto sesto tripartite, mentre le due maniche assumono un aspetto più severo, con due ordini di aperture 'bifore', secondo uno stile privo di concessioni allo stile floreale, per il quale è oggi più noto l'architetto Fenoglio (2).

Se il periodo bellico fu comprensibilmente il più fiorente per l'azienda, quello post-bellico, con le difficoltà portate dalla riconversione degli impianti, i tributi e l’occupazione delle fabbriche e i suoi drammatici risvolti (3), il calo delle commesse, si rivela critico; nel 1923 l’azienda viene ceduta alla famiglia Borgione, che riprende la produzione conciaria e di ombrelli. Nel 1931, a causa di difficoltà finanzarie, cessa la produzione di ombrelli, mentre dal 1935 una nuova guerra risolleva le sorti della produzione di materiale bellico.

2. Dalla Seconda Guerra Mondiale agli anni Settanta

Nel terribile bombardamento del 13 luglio 1943, che coinvolse l'intera città, vengono colpiti anche i corpi di fabbrica che compongono l'isolato fra le vie Alessandria, Parma, Aosta, Bologna e Lungo Dora Firenze. Anche le fabbriche Gilardini in Lungo Dora Firenze 19 e via Aosta 8 riportano danni considerevoli alle strutture e ai macchinari. I danni più consistenti si registrano sul lato sud del'isolato, dove vengono distrutti un fienile e una rimessa per carri e sinistrati alcuni piani degli edifici in Lungo Dora e in via Bologna. Un soffio di bomba incendiaria causa il sinistramento di un basso fabbricato tra il civico 4 e l'8 di via Aosta, mentre una bomba dirompente causa il sinistramento di due piani al civico 4. Una bomba incendiaria causa il sinistramento di due tettoie sul risvolto di via Parma.

Nel 1955 la società svizzera Chocolat Tobler sceglie Torino per impiantare la sua unica filiale all'estero. La società per azioni LIF, Lavorazione Italiana Ferro e la Tobler pervengono a un accordo che comporta la cessione dello stabilimento. Ivan Dabiancoff (1913-1960), architetto di origini bulgare laureatosi a Torino (4), produce, nel 1957, un nuovo progetto di sopraelevazione, ampliamento e messa in sicurezza dei locali; l'anno successivo la fabbrica di cioccolato si installa nei locali di via Aosta, demolendo i due corpi di fabbrica a sud, i più significativi dal punto di vista architettonico. Nel 1970 la Tobler viene assorbita dalla Suchard e, nel 1972, dichiara fallimento.

3. Il complesso oggi

L’edificio che attualmente ospita la Fondazione Fitzcarraldo è stato sede della fabbrica di cioccolato svizzero Chocolat Tobler e prima ancora della conceria Gilardini. Si tratta di un edificio dei primi del Novecento, realizzato da Pietro Fenoglio nel 2009 trasformato in alloggi, uffici e locali commerciali con un progetto della De-Ga spa di Franco Cucchiarati.

Lo studio che ha progettato il recupero del complesso ex Tobler e la sua riqualificazione, particolarmente attento agli obiettivi di sostenibilità e compatibilità ambientale, risparmio energetico, nel 2012 si è aggiudicato il premio "Architetture rivelate", in quanto valido esempio di assetto condominiale non asservito allo sfruttamento intensivo degli spazi ma attento alla dimensione di comunità e socialità degli spazi (la "corte" comune centrale con piante e una vasca d'acqua) e all'attenzione all'accessibilità pedonale e veicolare.

4. Fondazione Fitzcarraldo

La Fondazione Fitzcarraldo - dal 1989 al 1999 Fitzcarraldo srl e Associazione Culturale Artlab - si occupa di progettazione, ricerca, formazione e documentazione sul management, l'economia e le politiche della cultura e collabora con numerose istituzioni nazionali e internazionali. Ha istituito un centro di documentazione aperto al pubblico. La Fondazione contribuisce allo sviluppo, alla diffusione ed alla promozione dell'innovazione e della sperimentazione nei citati campi di attività, collaborando sistematicamente con enti e organismi locali, regionali, nazionali ed internazionali. Nella sede di via Aosta 8 organizza incontri, seminari, eventi anche in partnership con altri enti e associazioni.

Note

(1) Paride Rugafiori, Nella Grande guerra, in Nicola Tranfaglia (a cura di), Storia di Torino. Dalla Grande Guerra alla liberazione (1915-1945), VIII, Einaudi, Torino 1998, pp. 5-104, p. 93

(2) Civera, Francesca, Dalla fabbrica alla residenza. La metamorfosi dell'ex Tobler a Torino: una realizzazione dello Studio Cucchiarati, Celid, Torino 2011, pp. 36-40

(3) Abrate, Mario, La lotta sindacale nell’industrializzazione in Italia 1906-1926, Franco Angeli, Milano 1967

(4) Colleghi scomparsi nel 1960, in «Atti e rassegna tecnica della società degli ingegneri e degli architetti in Torino», n.s. XV, n. 3, marzo, 1961, Torino, p. 61

Fonti Archivistiche

  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 1103 cart. 22 fasc. 58

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Ente Responsabile

  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà