Scheda: Oggetto - Tipo: Oggetto storico-artistico

Francesco Gonin (1808-1889), dipinto

San Massimo recitante nella Cattedrale al popolo di Torino le omelie 86 e 87 colle quali gli rimprovera l’eccessivo timore da cui s’era lasciato invadere allo avvicinarsi di Attila e degli Unni, 1852, bozzetto, olio su tela, cm 80 x 100

 


VIA GIUSEPPE BARBAROUX 32

Realizzazione: 1852

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Il dipinto è il bozzetto per il grande affresco del catino absidale della chiesa di San Massimo Vescovo a Torino affidato al pittore torinese Francesco Gonin il 17 marzo 1852 e terminato alla fine di settembre dello stesso anno.

La città di Torino fece costruire la chiesa per il Borgo Nuovo su progetto dell’architetto Carlo Sada (1809-1873), il maestoso edificio fu realizzato tra il 1844 e il 1853 e consacrato il 14 giugno 1853. Parteciparono all’impresa decorativa degli interni con la realizzazione degli affreschi i pittori Paolo Emilio Morgari (1815-1882), Giuseppe Camino (1818-1890) Andrea Gastaldi (1826-1889) e Francesco Gonin (1808-1889); quest’ultimo dipinse, oltre all’affresco dell’abside, anche i Quattro Dottori della Chiesa sui pennacchi d’imposta della cupola.

Il bozzetto raffigura l’episodio della predica del santo al popolo torinese così descritto nel capitolato per l’affidamento dei lavori dell’11 febbraio 1852: “Nella parete dell’abside del Coro volendo essere eseguito un soggetto desunto dalla vita del titolare di detta chiesa San Massimo sarà rappresentato il prelodato Santo recitante nella cattedrale al Popolo Torinese le omelie 86 e 87 colle quali gli rimprovera l’eccessivo timore da cui si era lasciato invadere allo avvicinarsi di Attila e degli Unni danna la imprudente determinazione nella quale molti già erano venuti di fuggire dalla città, li esorta a munire questa, a confidare in Dio e difendersi. Ciò fu nell’anno 452” (Archivio Storico del Comune di Torino Affari Generali, (Legale) rep.241, cartella 10, fasc. 2, Corrispondenza, 1851-1855, ufficio 2°, div. 1, Chiesa Borgonuovo, Statue, Pitture, Quadri, Tinte, doc. n.29).

Presenta una parte centrale, dipinta con più decisa definizione dei particolari e maggiore ricchezza cromatica e materica, che corrisponde sostanzialmente, con qualche variante nella resa dell’architettura, all’affresco dipinto da Gonin e una fascia, che si stende sul lato sinistro e su quello inferiore, caratterizzata da un tratto molto più rapido, con i personaggi meno definiti e i colori più scuri, che non compare nell’abside della chiesa.

L’efficace impostazione teatrale, che nelle proporzioni monumentali dell’affresco verrà esaltata e resa ancora più melodrammatica, testimonia, anche nel bozzetto, l’influenza nella formazione di Gonin degli anni trascorsi al Teatro Regio come collaboratore degli scenografi Luigi Vacca e Fabrizio Sevesi (P. Masserano, Scheda n. 60, in F. Dalmasso, R. Maggio Serra (a cura di), Francesco Gonin 1808 – 1889, catalogo della mostra, Torino 1991, pp. 130-131 con bibliografia precedente).

L’importanza del dipinto non è dovuta esclusivamente alla sua qualità pittorica ma anche al valore storico e documentario, è infatti identificabile con quel “bozzo in colore” che doveva precedere il “cartone studiato in tutta grandezza” previsto nelle Condizioni per l’esecuzione della pittura a fresco dettate dalla Città il 16 novembre 1850 e che i Consiglieri Delegati e la Commissione del Borgo Nuovo videro, il 20 aprile 1852, a casa del pittore in Piazza Vittorio n.1 (Archivio Storico del Comune di Torino Affari Generali, (Legale) rep.241, cartella 10, fasc. 2, Corrispondenza, 1851-1855, ufficio 2° , div. 1, Chiesa Borgonuovo, Statue, Pitture, Quadri, Tinte, doc. nn.14, 53).

Il dipinto è in mediocre stato di conservazione: crettatura sollevata e diffusa su tutta la superficie, alcune piccole cadute di colore, due piccoli tagli della tela nella parte centrale (nel cielo alla destra del santo) con integrazione pittorica ben visibile e due corrispondenti rattoppi visibili sul retro.

Il bozzetto fu acquistato dalla Città di Torino presso la casa d’Aste Della Rocca nel 2006 e depositato presso l’Archivio Storico della Città il 7 aprile 2006.

 

Fonti Archivistiche

  • ASCT Archivio Storico della Città di Torino

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino 2020