Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Amoretti

La cascina, appartenuta dalla prima metà del ‘600 all’abate Amoretti, fu più volte ampliata e rimaneggiata fino ad essere demolita, nel 1912, per dar spazio agli edifici di pertinenza della villa adiacente che fu edificata a partire dal 1760.


Lat: 45.043901 Long: 7.637718

Notizie dal: XVII Sec. (1600-1699)

Costruzione: 1760
viene costruita la villa Amoretti su commissione di Giambattista d’Osasio

Demolizione: 1912

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L’edificio, prima semplice cascina, poi commenda, appartenne a Giambattista Amoretti, un semplice prete trasferitosi da Oneglia a Torino nella prima metà del ‘600. Nella sua semplicità, Giambattista fu un buon diplomatico, con spiccato senso degli affari, tanto da entrare nelle grazie di Filippo d’Agliè e, di conseguenza, in quelle di Madama Reale Cristina di Francia e di Carlo Emanuele II. Ricoprì incarichi importanti per conto della corte e andò in Francia quattro volte in qualità di inviato segreto ducale. Per tale motivo fu ricompensato dei servizi resi con le ricche abbazie di Notre Dame d’Abbondance e di Casanova, oltre ad altre proprietà. Tra queste, egli ricevette una cascina di ridotte dimensioni già riscontrabile nelle carte seicentesche, ma quando l’abate Amoretti la eresse a commenda, la cascina beneficiò di restauri ed ampliamenti.

L’edificio della cascina Amoretti appare sulla Carta della Montagna di Torino (1694-1703) come un corpo di fabbrica con pianta ad “L”. Al suo interno trovavano posto almeno un’abitazione rurale, in cui risiedevano i massari, una stalla, situata al piano terreno della fabbrica, un fienile al piano superiore e vari depositi.

Alla sua morte, nel 1686, l’abate lasciò al nipote Carlo Giacinto due commende: una in Moncalieri, l’altra detta l’Amoretta, sulla strada per Orbassano. Dopo l’assedio di Torino, nel 1706, Carlo Giacinto provvide agli indispensabili restauri per i danni che la cascina aveva subito.

A partire dal 1760 fu edificata, per volere di Giambattista d’Osasio, una villa adiacente alla cascina. Quest’ultimo era il primogenito di Carlo Giacinto che nel frattempo aveva acquisito il titolo di Marchese d’Osasio dopo aver acquistato, nel 1722, l’omonimo feudo.

La “Carta Topografica della Caccia” (1762) rileva la Amoretti come un complesso  edilizio costituito dalla cascina e da una villa patrizia circondata da giardini.

Nel 1801, la Consegna Beni e Case di campagna attribuisce la proprietà della […] Casa denominata L’Amoretti […]” a Giuseppe Antonio Amoretti Osasio, aggiungendo che l’edificio rurale è “[…] composto di piani due, compreso il piano terreno, ed esclusi li soffitti […]”. La villa è, invece, descritta come “[…] delizia a tre piani […]”.

Alla morte di Giuseppe Antonio ereditò il fratello, Giambattista, che portò a termine la costruzione dell’edificio. Successivamente la villa fu ereditata dal fratello minore Carlo, ultimo marchese d’Osasio, che sposò una Guasco di Castelletto, famiglia che nel 1807 ereditò l’intera proprietà.

In seguito, come risulta dal Catasto Geometrico Particellare e dalla Mappa Territoriale, redatti dai fratelli Gatti tra il 1820 e 1830, la proprietà è attribuita ai “[…] Signori Fratelli Rignone […] ovvero Paolo Luigi e Pietro Amedeo […]”. Quando i Rignon rilevarono la proprietà, la cascina era costituita da tre maniche disposte su tre lati della corte, definiti come case rustiche con un corpo di fabbrica destinato a caso da terra (deposito di attrezzi e prodotti agricoli).

Nei primi anni del novecento, il conte Rignon fece realizzare un importante intervento di restauro della villa e di ridisegno del parco circostante. Fu in quell’occasione che la cascina venne demolita per dar spazio alle scuderie e ad una aranciera semicircolare, progettata dall’ingegnere Giovanni Chevalley. Lo stesso Chevalley, nel 1912, scrisse: Oggidì sono scomparsi i parterres e il pergolato e il viale d’olmi a notte della villa e il delizioso boschetto si è ingrandito formando un ampio parco inglese. Il conte V. Rignon, demoliti alcuni rustici che s’addossavano alla villa, ingrandiva anche anteriormente il giardino, trasportandone l’ingresso in fregio allo stradale di Orbassano, e fabbricava la nuova portineria, le ampie scuderie e rimesse e una vasta aranciera semicircolare su disegni dell’Ing. Chevalley”.

 

Fonti Archivistiche

  • La Marchia , Carte de la Montagne de Turin avec l’etendue de la pleine dépuis le Sangon jusqu’a la Sture, 1694 – 1703, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche per A e B, Torino, Torino 14
  • Plan de la ville et citadelle de Turin, 1705, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D25
  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Francesco De Caroly , Carta topografica dimostrativa dei contorni della città di Torino e Campagne Reali dedicata a Sua Maestà la Regina di Sardegna dall’Umilissimo e Fedelissimo Suddito De Caroly in Torino 1785, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 16 B I Rosso
  • Amedeo Grossi, Carta Corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino, 1791, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1800
  • Mappa primitiva Napoleonica, 1805, Archivio Storico della Città di Torino, CAN, Sezioni 1-70
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 23
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 23 , art.1046
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1911, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D135
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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  • MuseoTorino