Duemila anni di stratificazione nell’Isolato Santo Stefano
Nel 2001, i lavori di ristrutturazione e recupero dell’edificio e la creazione di un parcheggio interrato hanno permesso di indagare ancora una porzione dell’isolato romano.
L'età romana
Pochi e molto frammentari erano i resti dell’insediamento più antico, databile alla prima metà del I secolo d.C., ma di questo periodo è stato possibile scavare una piccola discarica di rifiuti domestici. Una ristrutturazione verso la fine del I secolo era invece documentata da frammenti di murature che definivano diversi vani e da una pavimentazione in scaglie di pietra bianca mista a frammenti laterizi e ceramici annegati nella malta (opus signinum). Sempre in maniera frammentaria, era però riconoscibile una radicale trasformazione dell’edificio in un periodo successivo, ma ancora in età romana.
In seguito, tra IV e V secolo, le strutture vengono probabilmente lasciate in abbandono e solo parzialmente riutilizzate per costruzioni precarie in materiali deperibili, come è stato possibile dedurre dalle buche dei pali che dovevano sostenere tettoie e coperture temporanee.
Il medioevo e l’età moderna
Segue un lungo periodo di abbandono, fino all’XI secolo, quando vengono costruiti i primi edifici che sono ancora oggi, almeno parzialmente, in uso.
Tra la metà del XVII secolo e l’inizio del XVIII l’area viene nuovamente risistemata con l’impianto degli edifici che in buona parte sopravvivono.
Nello scavo sono state riconosciute strutture utili ad attività legate all’edilizia come due vasche per la calce: rettangolari, divise da un tramezzo e probabilmente chiuse da coperchi in legno, una volta cadute in disuso sono state riempite da una grande quantità di ceramica in cui si riconoscono diversi recipienti con consistenti tracce di colore.
Bibliografia
Ente Responsabile
- MuseoTorino
- Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie