Scheda: Luogo - Tipo: Verde pubblico

Giardino di via Macerata

Tra le vie Macerata, Dronero, Caserta e Savigliano è stato recentemente completato un nuovo giardino pubblico, tuttora (marzo 2010) privo di una denominazione ufficiale.


Lat: 45.08331 Long: 7.66977

Inaugurazione: 20 Luglio 2010

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  • giardino

Il nuovo giardino pubblico di via Macerata, tuttora privo di una denominazione ufficiale, occupa l’isolato compreso fra le vie Macerata, Dronero, Caserta, Savigliano ed è stato inaugurato il 20 luglio 2010. Nella zona centrale del giardino è ospitata la scultura in acciaio Acropoli - Libertà e Solidarietà, realizzata dall'artista torinese Massimo Ghiotti.
L’area è stata occupata per decenni dalla Società Anonima Commercio Prodotti Siderurgici Derivati e Affini-Prosidea, sorta da una costola della Fiat nel 1930 e trasferitasi nella sede di via Caserta nel 1938.
L’impresa rimane sempre strettamente dipendente dalla Fiat, seguendone le vicende, attraverso numerose trasformazioni di ragioni sociali, che si concludono negli anni Ottanta con l’incorporazione nella Teksid Spa, di cui segue la storia successiva.
Nel quartiere il sito, ove sorgeva l’impianto produttivo, era conosciuto con il temine dialettale “Canùn”¹, dall’antico proprietario dei terreni, Cannone Carlo, abbiente possidente, che esercitava l’attività di rottamaio in grande stile, con una scuderia comprendente decine di pariglie di cavalli, e tale termine divenne sinonimo di rottamazione.
Così nel quartiere di Basso San Donato sono esistiti, nel linguaggio popolare, due riferimenti assoluti della qualità: quello positivo, rappresentato dalle Pastiglie Leone² (“marca leùn” significava di alto livello) e quello negativo da “Canùn” (un oggetto meccanico degno di “Canùn” stava ad indicare un prodotto ormai adatto solo alla demolizione).
Le male lingue in quartiere (e non solo) sostenevano che gli affari di “Canùn” non fossero sempre limpidi e che alla demolizione venissero avviati motori e materiali nuovi, provenienti direttamente dalle linee della produzione della Fiat, ma ciò non fu mai oggetto di indagine esterna all’impresa né tanto meno di conferma.

Note

1 La grafia delle parole in dialetto piemontese segue approssimativamente la fonetica dell’italiano: in questo caso, l’accento ha solo valenza tonica e la “n” finale è ha suono nasale, simile a quello francese, il cui «suono si deve perdere in bocca» (Casimiro Zalli, Dizionario piemontese, italiano, latino, francese, II edizione, Tipografia di Pietro Barbiè, Carmagnola, 1830, pag. VIII).

2 La fabbrica delle famose «Pastiglie Leone» era situata in corso Regina Margherita n. 242: l’edificio è tuttora esistente.

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della camera di Commercio di Torino, fascicolo Prosidea, Registro Ditte n. 107.758, Registro Cancelleria Tribunale n. 178/1930.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Progetti Edilizi, 1908/336.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Progetti Edilizi, 1914/510.
  • Archivio Storico della Città di Torino, Progetti Edilizi, 1908/627.

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Ente Responsabile

  • Comitato Parco Dora