Scheda: Luogo - Tipo: Monumenti, lapidi e fontane

Lapide dedicata a Diena David Giuseppe e Diena Paolo

La lapide, collocata nell'androne della casa di via Mazzini 12, è dedicata alla memoria del sacrificio di David Giuseppe Diena e del figlio Paolo.


VIA GIUSEPPE MAZZINI 12

Restauro: 2011
Intervento conservativo a cura del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale

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Categorie

  • lapide

Tag

  • lapidi resistenza

Diena David Giuseppe (02/03/1945) Diena Paolo (11/10/1944)

"Giuseppe Diena era nato a Carmagnola, in provincia di Torino, il 16 dicembre 1883, da famiglia ebraica piemontese di forti sentiment i patriottici e nazionali. Medico, specializzato in gastroenterologia, aveva partecipato come volontario alla prima guerra mondiale. Affiliato alla storica loggia massonica torinese “Dante Alighieri”, uomo di vasti interessi culturali, nel 1919 aveva sposato Elettra Bruno, appartenente ad una famiglia cattolica praticante, e si era trasferito nella casa di via Mazzini 12; dal matrimonio nacquero i due figli Paolo e Giorgio. Nel 1928 ottenne la libera docenza presso l'Università di Torino. “Discriminato“ (in quanto volontario di guerra) con le leggi razziali del 1938, di fermi sentimenti antifascisti, venne arrestato il 2 gennaio 1942, e scontò cinque mesi di carcere alle Nuove con l’imputazione, da cui venne poi prosciolto, di “associazione segreta filoebraica e diffusione di propaganda antinazionale”. Dopo l’8 settembre 1943, saliti i figli tra le formazioni partigiane, fu costretto a ripararsi in una villa in collina per sfuggire alla persecuzione antiebraica, ma il 29 agosto 1944 venne individuato e arrestato. Deportato prima nel campo di transito di Bolzano, dopo tre mesi venne inviato al campo di Flossenbürg, dove pure continuò a prestare cura e soccorso ai compagni di deportazione nell’infermeria del campo; qui morì a causa delle sevizie inflittegli.

Il figlio Paolo era nato a Torino il 16 dicembre 1921. Studente della Facoltà di Medicina di Torino, dopo l’8 settembre 1943, con il fratello Giorgio aveva raggiunto le prime formazioni partigiane, entrando a far parte della divisione autonoma Val Chisone. Durante i duri rastrellamenti dell’agosto 1944 riuscì a portare in salvo i feriti affidati alle sue cure nell’ospedale partigiano della divisione, nascondendoli in anfratti di roccia ed approvvigionandoli per lungo tempo. Nell’ottobre, di ritorno da una missione di trasferimento a fondovalle di alcuni partigiani bisognosi di cure, venne sorpreso da una pattuglia tedesca in una grangia di Cotarauta, sopra Inverso di Pinasca, e trucidato l’11 ottobre 1944. Medaglia d’argento al valor militare. Laurea ad honorem in Medicina.

Asct, scheda anagrafica

Aisrp, Banca dati Partigianato piemontese

M. Bermond, In memoria di Paolo Diena, Torino, Edizioni G.L., sd.; “La Fiaccola Ardente”, 4, n.11, novembre 1949, p. 1

Alberto Cavaglion, Per via invisibile, Bologna, Il Mulino, 1998

Enciclopedia dell’antifascismo e della Resistenza, cit., Vol. II, p. 152

Seicento giorni nella Resistenza, cit., p. 93 " (1)

Note

(1) Testo tratto da Adduci, Nicola [et al.] (a cura di), Che il silenzio non sia silenzio. Memoria civica dei caduti della Resistenza a Torino, Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà - Istoreto, Torino 2015, p. 109 - 110

Fonti Archivistiche

  • Asct, Archivio Storico della Città di Torino
  • Aisrp, Archivio dell’Istituto piemontese per la storia della resistenza e della società contemporanea

Ente Responsabile

  • Istoreto
  • MuseoTorino
  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà