Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Giuseppe Bogliani (1805-1881)

Giuseppe Bogliani studia a Torino con Lavy, poi a Roma con Thorwaldsen e Finelli, maturando una personale sintesi tra neoclassicismo e naturalismo purista, che, una volta tornato a Torino, si esprime nella scultura e nell’insegnamento all’Accademia Albertina.


Nascita: 1805
Torino

Morte: 1881
Torino

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  • artista | scultore

Giuseppe Bogliani, figlio di Giovanni Battista noto scultore di formazione tardo-settecentesca, frequenta la Reale Accademia Albertina di Torino, nella quale è allievo di Amedeo Lavy. Le sue riconosciute doti artistiche lo portano nel 1824, a studi non ancora terminati, a ricevere l’incarico di formare un monumento egizio da collocarsi nel parco del castello di Govone (andato perduto). L’anno successivo vince il pensionato reale a Roma, città nella quale soggiorna dal 1826 al 1829 e dove studia con Bertel Thorvaldsen, reputato uno dei maggiori scultori dell’epoca.
Alla fine degli anni Venti la Municipalità di Torino, nell’ambito della realizzazione del Tempio della Gran Madre, gli affida l’esecuzione delle statue di San Carlo Borromeo e San Giovanni Battista; nel 1829 e nel 1832 Bogliani partecipa con diverse opere all’importante esposizione pubblica al castello del Valentino. Nel 1834 riceve dal re l’incarico per un monumento in bronzo a Pietro Micca per il cortile dell’Arsenale Militare.
La sua ascesa era ormai avviata e l’anno successivo l’affidamento della statua della Madonna della Consolata contribuì a consolidare definitivamente la sua notorietà. Infatti proprio in quegli anni lo scultore decide di farsi costruire un grande fabbricato per ospitarvi studio e laboratorio nelle aree in corso di edificazione del Giardino dei Ripari, e precisamente tra piazza Maria Teresa e piazza Cavour, oggi riconosciuto come uno dei più bei palazzi torinesi dell’epoca.
Nel 1842 è nominato professore aggiunto alla cattedra di scultura della Reale Accademia Albertina e in occasione delle nozze di Vittorio Emanuele duca d’Aosta riceve l’incarico di formare una statua in gesso del Conte Verde da porsi di fronte a Palazzo Reale. Negli anni successivi, tra le numerose commissioni pubbliche e private, lavora alla decorazione scultorea del Teatro Regio e di Palazzo Reale.
Tuttavia, negli anni ’50 la ventata naturalistica e verista che investirà l’arte piemontese allontanerà l’espressione neoclassica del Bogliani dagli incarichi di maggior rilievo. Le commissioni cominciano a diradarsi ed anche il bozzetto presentato al concorso per il monumento a Carlo Alberto non viene accettato poiché legato ad un linguaggio non contemporaneo. Uno dei suoi ultimi lavori è il monumento a Vittorio Alfieri per la città di Asti del 1861, nel quale emerge il suo avvicinamento al naturalismo verista, come testimonia anche il gruppo scolpito per la tomba della propria famiglia (1).

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