Scheda: Evento - Tipo: Storico

Bombardamento 8 dicembre 1942

L’8 dicembre 1942 Torino fu bombardata dall’aviazione inglese (RAF). Il bombardamento durò 60 minuti, a seguito del bombardamento si registrarono 212 vittime e 111 feriti.


Data dell'evento: 08 Dicembre 1942

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1. Il bombardamento

Il bombardamento dell’ 8 dicembre 1942 fa parte della seconda fase di incursioni che colpì Torino: queste incursioni furono definite «terroristiche». Le azioni notturne erano compiute da grandi formazioni di quadrimotori della RAF che si susseguivano a più ondate, avendo come obiettivo una zona predefinita della città, che colpivano indiscriminatamente.

Le bombe dirompenti usate furono di calibro grosso (1.000 libbre) e grossissimo (2.000 e 4.000 libbre) e furono lanciati anche spezzoni incendiari alla termite, le nuove bombe al fosforo e bottiglie e bidoni di benzina al fosforo. Ogni ondata sganciava prima le bombe dirompenti e poi gli ordigni incendiari. Questa tecnica rendeva impossibile l’impiego dei mezzi antincendio durante l’incursione e favoriva lo svilupparsi di incendi di vaste proporzioni.

Ai danni degli incendi si sommavano quelli delle esplosioni delle bombe dirompenti, che distruggevano gli edifici e bloccavano i servizi e le comunicazioni (interrotte le strade, i cavi elettrici e telefonici, le tubature del gas e dell’acqua). In questa seconda fase si assistette al primo vero sfollamento dei torinesi. L’incursione aerea degli inglesi dell’8 dicembre con 133 aerei di tipo Lancaster, Wellington, Stirling e Halifax si protrasse dalle 20.50 alle 21.50. Rispetto all’incursione precedente (del 30 novembre) questa dell’8 dicembre si riaggancia alla strategia del bombardamento cosiddetto terroristico.

Gli aerei inglesi effettuarono un bombardamento a tappeto che provocò un alto numero di vittime. Per gli inglesi un risultato al di là di ogni aspettativa, il Bomber Command (RAF) all’indomani del bombardamento sottolineò che si era trattato “del più grande numero di vittime provocato in tutto il 1942 nonostante che in altri tre raid si fosse impiegato un numero di mezzi molto maggiore”. E si aggiungeva che “gli incendi provocati da questo raid stavano ancora divampando la notte successiva”. Una foto dell'epoca mostra l'elica di un Lancaster abbattuto dalla contraerea (1).

2. Il diario di Carlo Chevallard

Carlo Chevallard nei suoi diari ricorda il clima a seguito dei bombardamenti della fine di novembre e all’indomani del violento colpo dell’8 dicembre, sottolineando che la carenza di autorità nella gestione delle emergenze e l’odio verso il regime non fanno che aumentare. Particolarmente colpiti da questi bombardamenti la Fiat Lingotto e Mirafiori, la Snia, la Incet, le stazioni e il quartiere di Madonna di Campagna dove furono numerose le vittime.

9 dicembre

"Torino ha avuto altri tre bombardamenti: il 28, il 29 novembre e l'8 dicembre. Gli allarmi diurni non si contano neppure più: sono ormai quasi quotidiani. Obiettivi colpiti? Sono tali e tanti che è difficile segnalarli: la Fiat Lingotto, la Fiat Mirafiori, la Venchi Unica, la Lancia, Viberti, ancora la Spa, ancora la Snia, la Incet, la Savigliano, Fiat Ferriere tra le fabbriche, l'Università (incendiata), il San Giovanni vecchio, la Borsa, il Teatro Alfieri, il Teatro di Torino, le Corporazioni, i Sindacati dell'industria, l'Ospedale delle Molinette, il San Luigi, la Scuola di Guerra, l'Intendenza di Finanza, i Teatri Chiarella e Maffei, i cinematografi Sabaudo, Massimo e Vittoria, il Politecnico, la stazione di Porta Nuova lato arrivi, lo scalo P.V. Porta Susa, ecco indicati alla rinfusa i principali risultati dei bombardamenti. Alcune zone sono completamente devastate: corso Vinzaglio da corso Vittorio a via Cernaia ha tutte le case se non sfasciate per lo meno bucherellate e senza infissi. Nel quadrilatero corsi Vinzaglio-Oporto-G. Ferraris-via Cernaia sono più le case demolite che quelle in piedi: così dicasi delle zone attorno alla Crocetta, a piazza Statuto, a via Duchessa Jolanda, del borgo S. Paolo. I morti? Secondo i bollettini e le tassative affermazioni del duce non sarebbero molti: sta però di fatto che lo stato civile presenta da venti giorni in qua della liste interminabili. Così pure nelle liste ufficiali delle vittime delle incursioni non figurano diversi gruppi di famiglie di 4-5 componenti l'una che pure non sono evidentemente morti di morte naturale. Così pure risulta di diversi ricoveri (piazza Statuto, Madonna di Campagna, via Moretta) dove sono rimasti seppelliti gruppi abbastanza notevoli di persone".

Marchis, Riccardo (a cura di), Diario di Carlo Chevallard: 1942-1945, in Roccia, Rosanna - Vaccarino, Giorgio (a cura di), Torino in guerra tra cronaca e memoria, Archivio storico della Città di Torino, Torino 1995, pp. 27-28

3. La testimonianza di Diego Novelli

"La mia notte di guerra più lunga porta una data precisa: 8 dicembre 1942, giorno di festa. [...] La mia famiglia non abitava più in Borgo San Paolo. Per le solite ristrettezze economiche si era dovuto trovare un altro ripiego: i miei genitori accettarono di cambiare l'appartamento dove abitavamo con una portineria in un grande stabile di corso Giulio Cesare [...]. Alle venti e trenta non era ancora finito il giornale radio con il commento serale sulle vicende della guerra di Mario Appellius che suonò l'allarme. Tutti di corsa nel rifugio collocato nelle cantine della casa che, data la conformazione del terreno, sul fronte della strada, in corso Giulio Cesare, raggiungevano i due piani sottoterra, chiamati infernotti. Non eravamo ancora sistemati sulle panche che incominciò la danza. Le bombe quando ti cascano vicino sono più terribili di quanto si possa immaginare. Siamo rimasti subito al buio, poi i colpi provocati dalle esplosioni si sono fatti laceranti; i pali di sostegno delle volte che dovevano servire da puntello in caso di crollo volavano come fuscelli a causa dello spostamento d'aria provocato dagli scoppi. Calcinacci e polvere resero subito l'aria irrespirabile mentre qualcuno tra la gente che gremiva il rifugio cercò di farsi largo per guadagnare l'uscita. Ci fu una grande confusione: spintoni, grida, bestemmie. Poi, preceduto da un fischio assordante, un boato terribile accompagnato da un improvviso lampo di luce rossa, gialla, blu. Capimmo subito che eravamo stati centrati. Alla gran botta seguirono i lamenti strazianti dei feriti colpiti dalle macerie e dai detriti della casa".

Novelli, Diego, Le bombe di cartapesta, SEI, Torino 1983, pp. 23, 27

4. La testimonianza di Carla Guidetti Serra Spriamo

8 dicembre

"Bianca ed io dopo il solito bombardamento usciamo dal rifugio e come sempre facciamo un giro. La città sembra tutta in fiamme; ci sono grandi crateri delle bombe e montagne di macerie. Le serrande dei negozi sono sventrate e contorte. La merce è scaraventata da ogni parte. Una libreria sotto i portici di via Po ha tutti i volumi sparsi per terra tra polvere e calcinacci. Che tentazione! La gente corre, si cerca, chiama qualcuno, comunica le più strane differenti notizie. Passano camions di soldati che vanno a spegnere incendi e scavare nelle macerie. Vedo tutto questo mondo ai riflessi degli incendi. Saliamo fino alle soffitte di una casa che non conosciamo. qualcuno chiamava aiuto. Bruciava il tetto. Aiutiamo a passare i secchi di acqua, ma acqua ce n'è poca. In una soffitta con porta e finestra quasi divelte c'è una vecchietta che piange e trema. Cerchiamo di confortarla. Intanto ci stupiamo che in tutto quel disastro abbia acceso e caricato tanto la sua stufetta di ghisa tanto da renderla incandescente. Commenta uno dei soccorritori in dialetto: 'Ma che cognizione caricare tanto una stufa!'. Poi capiamo: uno spezzone incendiario, forando il soffitto è finito dritto dritto nella stufa stessa. Verso l'alba cerco di riposare  nella mia camera ormai priva di tutti i vetri. Mi copro come posso per paura del freddo; ma l'incendio che ancora dura dall'altra parte della via emana un inquietante tepore".

Guidetti Serra Spriano, Carla, Un'esperienza al femminile. Diario 1939-1945, in Boccalatte, Luciano - De Luna, Giovanni - Maida, Bruno (a cura di),Torino in guerra: 1940-1945. Catalogo della mostra Torino, Mole Antonelliana, 5 aprile-28 maggio 1995, Gribaudo, Torino 1995, p. 106

 

Note

(1) Bassignana, Pier Luigi, Torino sotto le bombe nei rapporti inediti dell'aviazione alleata, Edizioni del Capricorno, Torino 2003, p. 56

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • ASCT, fondo Prinotti, cartella 31, fascicolo 11, Diario n° 10, p. 23

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Ente Responsabile

  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà