Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Villa Carignano, già Vigna Bertet

Durante le vicende dell'assedio alla città di Torino del 1706, i Bertetti dovettero accogliere nella vigna, denominata “Bertet” nelle carte dell'assedio, un caposaldo delle fortificazioni collinari torinesi e, tra le 150 vigne che subirono danni, il Bertetti dovette essere tra le più colpite.


Lat: 45.059011 Long: 7.731061

Costruzione: XVIII Sec. (1700-1799)

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Dice il Grossi: «Bertetti villa, e vigna del sig. Avvocato Giuseppe Bertetti». Dai vecchi abitanti della zona era chiamata la villa del “Baron Martin”perché nel 1812 la vigna venne acquistata dai baroni Martin di San Martino. In molte carte topografiche della collina la villa è infatti detta San Martino o Martini.
Solo nel 1904 mutarono i padroni e si installarono i Chiaraviglio rimasti fino al 1917; in quel periodo Giovanni Giolitti, avendo una figlia maritata Chiaraviglio, soleva venire al Bertetti per ritemprarsi.
Nel 1917 la proprietà passò ai Carignano.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA CARIGNANO, GIÀ VIGNA BERTET
Strada Valpiana 131

Villa e vigna.
Edificio di valore storico-artistico è significativo esempio di villa settecentesca risultando emergente e qualificante il percorso tra la valle di Valpiana e quello di S. Martino.
Nella Carta topografica della Caccia, l'edificio è disegnato con planimetria ad «L» e l'indicazione di un manufatto (cappella) sotto il titolo S. Caterina. Il Grossi la descrive come «villa e vigna [...] ed un piano artefatto sopra un promontorio con un magnifico casino, Cappella e giardino». La mappa napoleonica riporta una costruzione con avancorpo assiato, la cappella, il rustico e segna il giardino. Tale disposizione degli edifici e del sito è confermata dalla Rabbini e dalle mappe attuali. Il complesso degli edifici si sono strutturati nella seconda metà del Settecento, mentre il giardino è stato trasformato nell'Ottocento secondo il gusto romantico. La cappella è attribuita al Vittone.

Carta topografica della Caccia, [1762]; A. GROSSI, 1791. p. 21; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXIV; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 236-238.
Tavola: 51

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