Villa Cortellazzi, già Pallavicino
La villa Pallavicino, di origine seicentesca, è indicata come probabile residenza collinare della prima Madama Reale, Cristina di Francia.
Sulla parete di questo grandioso edificio è presente una piccola targa murata dal marchese Pallavicino delle Frabose a ricordo della presenza della Madama Reale, Maria Cristina di Borbone, in villa, prima di trasferirsi in quella che oggi è conosciuta come villa Abegg, la vigna di Madama Reale. La targa così recita: «A lui, ch'era aio dei figli della duchessa, passò la villa».
La duchessa aveva acquistato o fatto innalzare questa villa, perché vicina a quella del suo favorito, Filippo d'Aglié (ora villa Imperiali Becker) e, attraverso una porticina nascosta, poteva accedere direttamente dal suo giardino a quello di Filippo. I resti di quelli che erano i giardini e i ninfei testimoniano delle feste e dei fasti di cui Cristina amava circondarsi e che nascevano grazie all'estro e alla regia di Filippo d'Aglié.
Nel 1647 la sovrana nominò aio dei suoi figli, colui che attendeva alla loro educazione, il marchese Emanuele Pallavicino e a lui lasciò la villa nel 1653 quando si trasferì nella villa di San Vito, villa Abegg.Nel 1706 era di proprietà di Tommaso Adalberto Pallavicino, presidente del Senato, e nelle vicende belliche legate all'assedio della città di Torino, molti scontri a fuoco avvennero nei dintorni della villa e alla Villa Pallavicino si recarono le truppe francesi con un distaccamento di circa 200 uomini prima di decidere l'occupazione della collina. Ne seguì uno scontro con contadini della zona e con un corpo di guardia di 10 uomini.
A metà del '700 ne erano proprietari i Donaudi, banchieri,una delle famiglie più ricche di Torino. Il Grossi infatti conobbe Benedetto Donaudi e descrive la magnificenza della villa: «appartamenti, che gareggiano con qualunque altro, che vi possa essere nelle ville Torinesi».
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA CORTELLAZZI, GIÀ PALLAVICINO
Viale Settimio Severo 29
Villa.
Segnalazione di edificio con elementi di significato culturale e documentario (probabile residenza regia). La villa benché trasformata costituisce riferimento visivo della conca del Righino.
Probabile residenza collinare di Madama Reale Cristina di Francia, la villa, nel 1696, era di proprietà dei Pallavicino. Un documento di Curia della metà del Settecento e la Carta topografica della Caccia [1762], attribuiscono la proprietà ai Donaudi. A fine Settecento il Grossi riporta la grandiosità dell'impianto del palazzo con sontuoso scalone esterno, vasto salone, «appartamenti al piano nobile, ameni passeggi e un bel giardino». Nel 1831 fu acquistata dai Prüs Dellera che la tennero fino al 1870. Nel 1882 fu ceduta all'Ordine dalle Piccole Serve dei Malati Poveri. L'impianto a blocco lineare si è in parte mantenuto, ma sostanziali sono stati i lavori per la trasformazione della villa in Istituto.
A. GROSSI, 1791, pp. 126-127; PLAN GEOMÉTRIQUE [...], 1805; [Catasto RABBINI], 1866, fol. XXVII; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 478-481.
Tavola: 59
Bibliografia
- Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984 , p. 640 Vai alla pagina digitalizzata
- Lodari, Renata (a cura di), Atlante dei giardini del Piemonte, Libreria geografica, Novara 2017 , p. 170