Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Convitto Principessa Felicita di Savoia, già Convitto per vedove e nubili, già Vigna Meana

Nato nel 1786 su una proprietà acquistata dalla Principessa Maria Felicita di Savoia, il «Regio Convitto delle vedove e nubili e di civil condizione» è attualmente una casa di riposo. Fu interessato dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale riportando lievi danni, subito ripristinati.


Lat: 45.0577753 Long: 7.699848

Inaugurazione: 1786
Nascita del Convitto per vedove e nubili

Bombardamento: 1943

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  • giardino | casa di riposo | bombardamento

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  • bombardamenti | giardini | vigna

Bombardamenti

Nato nel 1786 su una proprietà acquistata dalla Principessa Maria Felicita di Savoia, il "Convitto (o Ritiro) delle vedove e nubili e di civil condizione" aveva l'intento di "rendere meno penosa la vecchiaia a quelle vedove che non potendo più vivere nell'agiatezza erano costrette a vivere fra gli stenti e le privazioni". Dotato di una cospicua rendita da parte della Corona, ebbe l'assetto di Opera Pia, retta da un'amministrazione di nomina regia, mutando il nome in Regio Convitto. La struttura possedeva 127 posti letto, la gran parte a pagamento e alcuni a titolo gratuito. Attualmente è il Convitto Principessa Felicita di Savoia, una casa di riposo. Durante il secondo conflitto mondiale, l'edificio fu interessato dai bombardamenti, presumibilmente dell'estate 1943, subendo lievi danni, subito ripristinati.

Dietro al Monte dei Cappuccini, fin dal '500 la famiglia dei Marchesi Ripa di Giaglione e di Meana possedeva una vigna che era appunto detta Il Giajone; nel 1787 l'acquistò la sorella del re, la principessa Maria Felicita di Savoia, che si dedicava a molte opere caritative per cui divenne a Torino una figura assai rappresentativa.
Tra le varie istituzioni che fondò, quella collinare resta la più nota sia per la vistosità sia per la destinazione, rimasta quella per cui è stata costituita.
La principessa Felicita affidò Vigna Giajone all'architetto Galletti e la fece ingrandire sino a ricavarne un maestoso edificio neoclassico dove trovarono accoglienza e degna sistemazione «le nobili vedove e di civil condizione» rimaste sole al mondo.
L'idea era nuova e moderna e con il trascorrere dei tempi l'accoglienza si estese anche a nubili
e signore borghesi.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
CONVITTO PER VEDOVE E NUBILI, GIÀ VIGNA MEANA
Via Principessa Felicita di Savoia 8/11

Villa.
Edificio di valore storico-artistico.
Nella Carta topografica della Caccia [ 1762], l'edificio, indicato come « Meana » , è orientato verso la città con ampio giardino ad Est. Nel 1771 la vigna è già di proprietà dei Ripa di Giaglione. Nel 1786 il Conte Ripa di Giaglione vende la proprietà costituita da edifici, «civili e rustici, giardini ed orti [...]» a «Padre Conaveri, rettore del Regio Convitto». I lavori di ampliamento, voluti dalla principessa Maria Felicita di Savoia, furono affidati ad Ignazio Galletti, che inglobò il civile nella manica ad Ovest, mantenendo gli antichi rustici. La mappa napoleonica riporta il Convitto non ancora ultimato. L'intervento ottocentesco completa il complesso costruendo la manica ad Est (Ing. Mosca, 1846) i giardini e i viali.

Carta topografica della Caccia [1762]; A. GROSSI, 1791, pp. 61-63; PLAN GEOMETRIQUE [...], 1805; A. PEDRINI, 1965, pp. 25-29;
SBAAP, Scheda, PV.G. 8 e 01331; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 337-338.
Tavola: 50

Fonti Archivistiche

  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 2533, cart. 52, fasc. 3 , n. ord. 25

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Ente Responsabile

  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà