

etichetta sia per le persone invitate, sia per gli abiti indossati. Generalmente, verso le
23 ,
teatri e ricevimenti erano ormai chiusi e sulla città era sceso il più completo silen–
zio , rotto soltanto dal rumore dei passi delle ronde.
Molto spesso (quando non c'erano ricevimenti o balli a Palazzo), il Re amava passa–
re le ore della sera a colloquio con la contessa Maria Nicolis di Robilant, nata Wald–
burg-Truchsess , che fu per molti anni dama d'onore della Regina e che si opinava
fosse amante del Re. Ma con molta probabilità si trattava soltanto di una persona alla
quale il Re apriva liberamente il suo cuore, manifestava i propri intimi turbamenti, i
travagli, le crisi provocate, da un lato, dal suo profondo sentimento religioso e nello
stesso tempo dal suo desiderio di attuare energiche riforme anche nella vita della chie–
sa subalpina; e provocate, da un altro lato, dal desiderio di mantenere saldamente in
pugno la struttura assolutistica dello Stato subalpino, attuando nello stesso tempo una
politica estera volta a combattere la sempre più insopportabile preponderanza austria–
ca in Italia.
Nelle ore serali di altri giorni anch 'egli, come il suo segretario Castagnetto, amava
poi dedicarsi alla compilazione del proprio diario su appositi quadernetti i quali, col–
l'andare del tempo, si fecero sempre più numerosi e dei quali Francesco Salata ci ha
fatto conoscere qualche passo significativo prima che sparissero e diventassero intro–
vabili
ll .
Oltre al diario, il Re scriveva anche saggi di carattere per lo più religioso, alcuni dei
quali fece pure stampare in un limitato numero di copie che distribuiva alle persone
più fidate, ma che poi faceva ritirare e distruggere, ragion per cui gli esemplari di tali
edizioni sono divenuti ormai una grande rarità bibliografica
12 •
Per quanto riguarda la regina Maria Teresa d'Asburgo-Lorena di Toscana, sposata
nel 1817 , pare che fra lei e l'augusto consorte non regnasse troppa confidenza; essa
faceva una vita piuttosto ritirata; appariva in pubblico soltanto nelle occasioni ufficiali
e si dedicava talvolta alla visita di istituti di beneficenza, orfanotrofi, ospedali o altri
enti consimili e non aveva influenza sulle decisioni politiche del marito.
Se
il
Palazzo dei ministeri, come s'è detto, distava poche centinaia di metri da
Palazzo Reale, i ministeri veri e propri (e coloro che vi lavoravano) erano a loro volta
strettamente dipendenti dalla corte e in particolare dal Re il quale, secondo il sistema
vigente in ogni monarchia assoluta, non era soltanto il capo dello Stato, ma era anche
il capo del governo. Sarebbe molto interessante illustrate i cambiamenti che si verifica–
rono nei vari ministeri, o gli spostamenti di determinati compiti e competenze da un
ministero all'altro, dal 1815 in poi, o almeno dal 1831; ma il discorso supererebbe
ampiamente i limiti dello spazio disponibile. Mi limiterò quindi a illustrare la configu–
razione dei ministeri verso la fine del 1847, configurazione che non subì ulteriori
variazioni sino alla concessione dello Statuto e alla creazione del primo ministero
costituzionale, presieduto da Cesare Balbo.
Secondo le usanze e tradizioni degli antichi stati assoluti, conservate peraltro anche
nei successivi stati costituzionali, il ministro degli Esteri aveva una certa preminenza
sugli altri ministri. Quel ministero era stato retto, dal 1835 al novembre 1847, dal
conte Clemente Solaro della Margarita, esponente del movimento conservatore e con–
siderato di orientamento austriacante. Era stato poi sostituito dal conte Ermolao Asi–
nari di San Marzano, già ministro plenipotenziario a Napoli; si trattava di una figura di
scarsa rilevanza politica, così come di scarsa rilevanza politica (anche se di eccellenti
Il
FRANCESCO SALATA,
Carlo Alberto inedito,
Milano,
Mondadori, 193 1. Le lettere scritte da Carlo Alberto alla
contessa di Robilant sono state recentemente versate
all'Archivio di Stato di Torino. Di esse si sta preparando
la pubblicazione, la quale non mancherà di gettare nuova
luce sul carattere dei rapporti intercorrenti fra Carlo
118
Alberto e la Contessa suddetta.
12
Fra questi scritti
il
più ampio e significativo porta
il
titolo
Ré/lexions historiques
e fu pubblicato nel gennaio
1838. Antonio Monti ne pubblicò una nuova edizione nel
1936 presso la Società Tipografica Modenese nella colla–
na «Collezione storica del Risorgimento italiano».