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ESPOSIZIONE GENERALE

ITAEIANA -

TORINO 1898

di originalità. Là r iassunt o ed espresso in tutte le

svariate s ue forme lo spir ito della pr evidenza, il

se nti men to della solida rie tà; là tutto ciò che il

cuore e l'intelletto sanno immagina re e produrre

in ogni parte dell'aziend a sociale.

A che cosa dobbiamo qu esto gr ande risul tat o 1

Quale è stato lo spirito fecondatore di ques ta energiaj

La coscienza risponderà. Ecco l'ltali a. Ecco l'Italia

non più divis a da barriere a rtificiali : non più in

braccio di gove rni stra nieri, non più priva di ogni

luce di libertà, non più inerte ed av vilita in fac cia

al mondo civile che la chi amava terra di morti, ma

l'Italia ; l'Italia che a ppare nell a maest à e nella

forza dell a s ua unità e della sua libertà,

é

che rac–

colt a in una sola fami glia può portare alta la sua

testa, sicura di poterai misurare colle altre nazioni

nelle pacifiche lotte della civiltà e del lavoro.

Quale fu, o Sire, l' atto primo eleme ntare, fon–

damenta le che diede base ed ordine n quell' opera

prodigiosa della ricost ituzione politica della nazione

in cosi bre ve tempo compiuta 1 Quale fu l'atto che

fortificando la cordiale cooperazione della monar–

chia e del popolo ad un in tento comune costituì

que l primo nucleo intorno al q ua le venn ero a rac–

cogli ersi nuove e più rob uste e nergie 1 Quale fu

l' a tto che

c~~sacrò

l' unione deg li i talia ni e diede

l~ro

il ben eficio di quelle ga ranzie costituzionali

che se hanno potu to talvolta ricevere qua lche of–

fesa , hanno trovato in sè medesime la ra gione e la

forza per la ricosti tuz ione dell' ordine e dei diritt i

violati 1

Quell'atto fu lo Statuto, che non è solta nto una

reliq uia scampata dai naufragi e dalle apostasie, ma

è sovratutto

il

fulcro incrollabile sul quale si adag ia

l' ordinamento dello Stato 'in og ni ones ta e legittima

sua esplicazio ne .

Del passato ess o ci ricorda come. abb iano brillato

di piena luce la fede del popolo e la lealtà del Re,

Un solo non fu spergiuro e fu Ca rlo Alberto, Un

solo potè rallegrarsi di non aver invano creduto e

fu il Piemonte,

L'anima angosciata del vinto di Novara nell'atto

in cui deponeva la corona, non trovava altro con–

forto che quello di commette re al se nno ed al cuore

di Vitt orio Ema nuele la reli gio sa osser vanza di

quella legge fon damentale che egli aveva giurato ; e

Vittorio Emanuele, serb ando fede e lottando contro

l' ir rompente reazione che da ogni pa rte ci premeva,

compiacevasi di ciò che

il

popolo lo chiamasse Re

Galantu omo.

Del passato esso ci ricorda q uel peri odo di pru–

denti avvedime nti , di au dacie generose, d'indomita

costa nza, di sacrifizi sos tenuti con eroica sere nità

e in mezzo a quel vasto lav oro di ord inamento e

di preparazione che dal 1849 al

l 85~

si compiè

nelle aul e leg islative del Pi emonte da que l Parla–

mento, nel quale il sen no e l'all'etto della Pat ria

rifu lgono di tanta lu ce, ricorda l'affettuosa ospita–

lità data ai pr oscri tti e l' accentrarsi in quest e mura

benedette da l c uore ' di tutta Italia di tutte le forze

della na zione.

F u pe r esso che si potè cospira re in faccia al–

l'Europa contro gli interessi coalizza ti di nemici

inte rn i e di forze stran iere; fu per esso che piccoli

di numer o ma g ra ndi per la nobiltà della cau sa,

abbiamo potuto parlare in nome d'Italia nei Con–

gl'essi ' delle g ra ndi Potenze, Fu per ess o che qu el- '

l' esercito che fu con tanto affetto edu cato e cresciuto

sotto l' egida di gloriose tradiaioni, potè nel brevc

periodo di pochi anni affronta re più volte le prov e

delle ba tt aglie e most

t

ar e all' Europa di sa pere

degnament c comba ttei-e afìanco degli esercit i più

aggu erriti; fu per ess o finahncn te 'che l'opera del–

l'unità italia na si

è

compiuta 'e si

s uggellò

colla

vir tù dei, plebisciti la cos tituzione polit ica della

na zion e.

Ed è in q uesto Sta tuto che il popolo italiano

troverà a nche per l'avvenire

il

s uo presidio e la

s ua for za. In esso e per esso, nonostante qualche

j ll,perfezione di formole dottrinali , sono consac rate

le pubbliche libertà ed è gua rentito l' esercizio di

quei diritti che inv ece di avvol gerci in un freddo

ed intollerante egoismo , ci avvincono all' adempi–

ment o di comuni doveri ed alla solida le osse rva nza

di quella legge di amore che

è

il fondamento del

conso rzio civ ile.

In esso e per esso vi è campo ap ert o e sicuro

alla ma nifes tazione del pensi ero e della coscie nza

ed a quelle lott e che un giorno si conchiudeva no

cogli orrori delle battaglie fratricide ed ora si svol–

gono nei com izi e nell' a vvicenda rs i dei partiti al

governo della cosa pu bblica.

In esso e per ess o tutte quelle oneste esplicazioni

del pen siero umano che meglio ci av vicinano all e

sa nte idealità della vita ed al ma ggiore conforto

delle sofferenze altrui,

Sir e, voi avet e posto la gloria del vostro regno

nell' amore del povero e nella carità; voi cornpren-

, dete e sentite quale e quanto vasta possa e debba

esse re qu ell' ope ra di pace e di perfezionamento

sociale che è la divisa sa utisaima alla qual e dob–

biamo inspirar ci ; voi compre ndete e se ntite tutto

il bene che in un paese provato dall a sventura

l'amore e la ca rità possono far e.

E di quest o vostro alto pensiero sa rà an gelo

tutelare l' au gu st a donna che se ppe circondare la

reggia di un' iride di g razie e di ben edizioni ; sa–

ranno custodi fedeli

il

figl io vostro e l' augusta

Principessa, sui quali ripo sano i voti e le spera nze

della nazione; interpreti sapienti gli alti poteri

dello Sta to che interv enend o oggi a que sta g ra nde

solenn ità, vengono a dar ra gione della cordiale

sollecitudine colla quale intendono ali' opera di

ristorazione morale ed economica del nostro amato

Pa ese.

Ra ccolti t utti sotto gli a us pici del Principe va–

loroso che presiedette ai nost ri la vori , noi ci st rin–

giamo attorno alla vecchia e gloriosa bandi era che

sventola oggi irradiata da nuova luc e, e rialziamo

gli animi al sorriso dell'antica fede, che, come ci

ha soll evati 'a dign ità di nazione, è ancora l'egida

nostra contro ogni eventualità dell'avvenire.

Discorso

Ilei

ministro Cocco-Ortu.

L' ono mini stro Cocco-Ortu comincia salutando

a nch ' egli Torino, ove facond ia d' oratori, senno

di statis ti, valore di gu errieri, a udacia di cospi–

ratori, pr epararono e compirono

ìl

meraviglioso

risorgimento di trenta milioni d'italiani.

Si dice orgoglioso di portare per

il

Governo la

pa rola che plaude all'idea genia le e altamente civile '

ins pira trice di ques ta Esposizione.

Nei solchi e nelle officine

r

svol ge assidua, in–

cessante l' opera del pro gre sso

merc è

la cul'a e lo

stu dio di produrre bene e a buon mercato,

Nell'agri coltura il pr ogre sso è meno appariscente,

ma non per questo meno notevole, Il nostro paese

va ricercando con assi dua cura ed estendendo i

fattori au siliari e giovevoli all' a umento della

PI'O-

, duzi onc. Gli agri coltori ital iani cominc ia no 'a inten–

dereL'aaione rip aratri ce delle materie fertilizaanti;

si va estendend o l'uso delle ma cchin e agri cole : i

motori a vap ore sono ora ben diecimi la,

In quest'opere diuturna di progresso gran parte

s'uppartiene all'insegnamento agrario, che vince

i

pre giudizi di proprietari

~

di contadin i,

dà . L'iutel–

ligenza al lavoro. Dei miglioramenti assidui i frutti

appaiono ' nei due miliardi e mezzo di lire lucrate

dai produttori di derrate agrarie.

Più che le par ole, i fat ti parlano eloquenti con

lo spettacolo quotidia no della trasformazione indu–

striale,

Rifioriscono le an tiche indu;trie della seta e della

lana; la prima ha triplicat o la sua produzione; i

prodotti dell'altra ra ggiungono i cento milioni circa,

senza calcola re il prodotto di diciotto mila telai

cas aling hi.

,

Non meno importanti sono i progr essi compiuti

da altre industrie; da quella della carta e delle

chimiche a quella del lino, della

can~pa, '

all e ali-

",

mentari e ad altre minori. Ma sopratutto meri tano

un posto 'd'onore le industrie metallurgiche, mec–

cani che e navali, le quali ci danno prodotti che in

tempo non lontano nessuno pensava che avrebbero

potuto un giorno essere qui fabbricate.

Nota poi l'oratore

il

rapido sviluppo delle Società

industriali - particolarmente di quelle cooperative,

che in dieci ann i . quintuplicarono di numero; di

q uelle di mutuo soccorso che hanno ora quasi

1,105,000 soci. .

(, Tutti questi fatti - soggiunge il ministro –

che vincono il pessimismo, con sentono a noi di

affrontare con animo fermo le difficoltà del momento

e di volgere soddisfatti lo sguardo all'opera com–

piuta sulla via delle conquis te 'economiche ,.:

Anche I'o n. Cocco-Ortu termina con un sa luto ai

Sovrani ed ai pri ncipi.

Disco!:so

Ilei

sindaco.

Il sindaco Casana comincia col portare ai Sovrani

il sa lu to revereute di Torino, che è attera e lie ta'

di averli oggi fra le su e mura e rivive tutta in un a

volta la vita fortunosa di cinqua nta anni di spe–

ranze e di ansie, di dolori e di giubili, nei quali

il cuore dei suoi re battè sempre concorde con

qu ello della na zione.

H

Dice che l'affetto secolare dci torinesi quasi si

decupla in questa fausta ricorrenza, in cui cosi

spontan eamente ricorrono al pensiero le tante be–

nemeren ze che la Casa di Savoia s' è acquistate

verso la nazione italiana.

« Voi, o Sire - dice

il

Casana - dopo le guerre

di rivendicazione nazionale.alle quali valorosamente

partecipaste, coll'esempio di non meno coraggiosi

'a tt i civili e coll'augusta parola rivolgeste continua,

amorosa cura perchè si avesse a provvedere con

sapi enti leggi al bene del Paese.

« Possa no l' a ugus ta bontà dell'animo Vostro, ed

il sorriso, ispirato a

virt ù,

della graziosa Regina ,

aleggiar sempre, quali genii benefici, sugli sforzi

dei cultori delle arti, dell'agricoltu ra, delle indus trie ,

che, affrontando' mome nti di .angosc iose preoccu–

pazioni, faticano pel' tenere alto

il

nome d' Ita lia in

quei campi gloriosi di lustro nazio na le e di bene

pubblico.

« Vaiga infine l' esempio augusto delle MM. VV.

,a dimostrare, che, pur curando c con braccio fermo

difendendo le prerogative civili , i cittadini italiani

sono pronti ad inchinarsi ' river enti innanzi alle

manifestazioni di qu egli ideali ultraterreni puri ed

elevati, che tanto giovano a temp erare gli animi

alle

virt ù

intime,

« A questi pensieri di concordia fra due correnti

, distinte, sovrasta oggi an che più caldo e concorde

il sentimento di gratitudine di tu tta la cittadinanza

torinese verso la M. V., cui piacque prima aggiun–

gere al valore che la l\Iostra avrebbe avuto per –

merito degli' espositori, l'alto patrocinio d: S. A, R,

il prin cipe di Napoli e l'eccelso concorso dei pri n–

cipi della Vostra Reale Famiglia, ed oggi l'inter–

vento, colla gr aziosa nostra Reg ina, a questa solenne

inaugurazione.

«.vogliano'le VV. !11M, accogliere, per miò mezzo,

l'espressione devota di ques to sentimento vivissi mo

dei miei concittad ini

».

Tutti i discorsi furono ap pla udit i, .'

Termiliatacosì la

cer-imonia

ne l salone

dei concerti,

il

Re e la Regina si tratten–

nero

anco ra

qua lche istante a

conversare

e quindi si avvia rono a lla Mostra delle'

Bell e Arti.

I

Reali, i principi ed il corteo traversa–

rono le Belle

Ar-ti,

soffermandosì

soltanto

iI

ualche brevissimo istante, fra una fitta

siepe

di

espositori.

'

Attraversata la gall eria dell'Arte musi–

cale r-iuscirono all'ingresso principale, dove