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- ---:_ -.l----

Discorso

dell'

Oli.

Villa.

Maestà!

I

Sire!

e veggono con gioia compiuta l ' opera alla quale

hanno cosi con cordemente cooperato,

. L'aug usta città nella quale cinque secoli or sono

Ftlippo II - ottavo duca di Savoia - poneva la

capitale dei 'suoi domini' e che da cinque secoli ha

data tutta

f\(~

ste ssa alla causa della dinastia, nella

qua le sentiva compenetrata 'la causa della patria

ita liana, leva in alto quella ba nd iera chafu il se–

.gnacolo della redenzione politica ed economica della

nazione e chiama a raccolta tutti gli italiani in–

torno al vecchio focolare invitandoli ad uno di quei

convegni fami gliari, che fortifi can o negli animi

il

culto di alte idealità e il sentimento di nobili affetti,

Richiamare gli italiani alla considerazione di ciò

che erano cinquant'anni fa, richiamarli alla co–

scienza di ciò che oggi sono - ecco ciò che essa

ha voluto; ecco ciò che con noi vollero quauti ci

furono larghi di opera e di con siglio; ecco CIò che

speriamo di potere raggiungere. - Sotto le ampi e

volte delle nostre.gallerie, in quella città fantastica

che abbiamo eretta sulle incantevoli sponde d. I

nostro fiume trovasi raccolto un vasto tesoro di

stupende creazioni all é quali l' arte, l'industria;

l'i ngeg no italiano hanno impresso il

101'0

carattere.

Maestà!

Presidente del Comitato generale, ad: mpio con

ineffabile compiacenza que ll'ufficio che fu già n e

In questo momento solenne, l'Italia intiera ri- 1884 compiuto da l compianto mio padre, qui, in

cord a nell'esultanza del cuore uno dei

pi ù

fausti

questa Torino, che eg li amava con tanto affetto,

avvenimenti della sua vita politica e lo comme- ed alla qua le mi sento legato dalle più sacre me–

mora scloglieudo un inno alle vittorie della scienza morie e dalla più viva devozione; e traggo dalla

e del lavoro,

benedetta memoria sua , per la quale, sostituendovi

Dieci lustri appena' sono trascorsi dal giorno in a lui, Voi voleste manifestare a me ed ai fratelli

cui il magnanimo re Carlo Alberto sanciva le ga- miei tutta la bontà e lo grandezza dell'animo Vostro,

ranzic sta tutarie e col sac rificio del tro no e della i più fausti 'a uspicii per un' impresa alla quale ho

vita auspicava all'unità ed alla indipendenza della cercato di cooperare con vivissimo affetto.

pau-ia italiana, di quella patria che fu l'ideale di

. Iniziata con sapiente consiglio, coltivata con in–

tutta la sua vita e che per le invitte virtù di Vit- stancabile energia dai coraggiosi che compongono

torio Emanuele, per la sapiente politica di un il Comitato esecutivo, avvalorata dal patronato di

grande ministro, e per gli eroi ci ardim enti di Giu- S. A, R. i

l'I

cipe di Napoli, essa ha potuto ot–

seppe Garibaldi, potò in breve tempo assurgere a ten ere il concorso spontaneo, efficac e di tutta la

dignità di nazione ; e in questo breve periodo che nazione,

vasta trasformazione! Quanta

virtù

di opcra e di

Alla Maestà Vostra, all ' Augusta Regina, alle

pensie ro! Quanto tesoro di studi c di lavoro l

LL. AA, RH.. la Principessa ed il Principe di Na-

Si, o Sire! I forti propositi, le liete visioni, i

poli, porgo il reverente saluto della nazione, che,

presagi che da otto secoli associarono la Famiglia plaudendo oggi alla s ua ricostituzione politica, dii

di Savoia ai destini del popolo italiano, che nei

fede ad un tempo di volerle dare la base incrolla–

giorni della sventura rialzarono 'gli spiriti, che in bile della scienza e del lavoro.

mezzo alle difficoltà ed egli ostacoli di ogni ma- _ –

niera diedero lena e costanza nell'affaticata marcia

che dai monti della Moria na apriva la via alle ri–

denti terre

dI ta lia,

tntti si sono provvidenzialmente

avverati,

.

.

L'Italia sentiva che la sua missione di civiltà

non avrebbe potuto compiersi se non l'accoglien–

dosi unita sotto una sola bandi era e consacrando

unita tutte le poderose energie della sua mente e

del suo cuore all'ope ra del suo riso rg imento eco–

nomico ,

E l'Ital ia, benedicendo a questi sacri ricordi, in–

tende oggi a dar lo prova che essa non ha fallito

alle sue promesse, Essa vuole rivelare a sè mede–

sima tutto il beneficio che cinquant'anni di libero

regime hanno porlato in ogni parte della sua vita

economica e civile; che si conosca e si apprexai il

nuovo indirizzo che la sc uola ed il laboratorio hanno

portato nel campo della sua educazione ar tistica e

del suo progresso industriale; che si conosca tutto

il valore dei suoi operai.

Alto c nobile pensiero, o Sire, dinanzi al quale

esulta il Vostro cuore, cO;11e lieti di santo orgoglio –

esultano i nost ri padri che là, solto lo cripta di

Superga, posano la testa sui gu anciali di marmo,

quasi sentine lle vigil

i.ed

immote alle porte d' Italia,

S, A. R,

il

Duca d'A osta

pronunciò

quindi

il seguente discorso:

DiSCOI'SO di

S. A. R.

il

Duca d'Aosta.

r

,

"

ABBONAMENTI

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INSERZI

L I

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. per lutto il 18 98

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d

il 26

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mese.

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Pr ezzo di Ilnea In corpo 7

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3 all'interno e T.ire 5 a ll' .. ",te,'o

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In 6", 7" ed S" pagi na. - L.

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In

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pagina,

Un uu...ro !M'p"rA'o

~t"n'.

I O).

DIREZIONE:

SI ricevono prellO la Sede del

CO~ ITATO

ESECUTIVO

Via P,'inoip e Arneileo , n . 9 - '.I.'orino

Le Inserzioni al

rteevono

preuo l Conoe•• lonarl della

dell'ESPOSIZIONE In TORINO, Via Principe Amedeo,

9.-

prellO Il Comitato Eaecntho dell'Elpollaione.

Pu bbllcltl, FRATELLI POZZO, Via Nlaaa, 12 - Torino.

.I

CINQUANTENARIO DELLO STATUTO

L'inaugurazione dell'Esposizione

Que sto

Bollettino

esce troppo ta rdi pel'–

ch è sia an cora oppor t una una descrizione

ampi a, par-ticola r eggia ta e colorita de lla

funzi one' ina ugu r al e de lla Most ra: inoltre,

la ma teria abbo nda eli nostro spazio difetta:

limit iam oci qui nd i a una relazione assa i

succi n ta del g l'ande avven ime nto che ha

richiamato per un . mom en to

S~l

di

l' a t–

tenzione dell 'Itali a tutta,

La mattina de l l o maggio, alle ore 9,30,

in un a gloria di sole, si udi ro no le prime

battute de lla marciareal e e le reali ca r–

r ozze penetrarono nel r ecinto de lla Mostra,

precedute se mpre e seguite da i corazzie r-i

a cavallo, Il pubblico si scopr iva

il

ca po,

batteva le man i,

g i-idava :

Viva

il

Ne!

Il

corteggio giunse cosi fino ali' ing r esso

-del

sa lone de i concerti, ave i Sovrani, i pr incipi

e il seguito scese

l'O

d i ca rrozza.

Furono quivi r icevu ti da l Duca d'Aosta ,

presid ente del Comitato Gene rale de ll'Espo–

sizione , dall 'on. Tornm aso Villa, preside nt e

del Comitat.o Esecutivo, dal Sindaco Casa na,

pr esidente onorario, da l pre fetto Guìcciol i,

vìce-presìde nte

ouornr-io,

dai " ice-presidenti

cav. Bianch i e cav. Rabbi, dal commissario

general e cav. P alestrino, da l senatore Di–

Sambuy, vice-presiden te e ffettivo de l Co–

mita to gene ral e e dagli alt ri

membr-i

de l

Comi tato Es ec utivo.

Il cor teo reale fu salutato, all' entrare

nel sa lone, da un calo l'OSO e interminabile

a ppla uso. I Sov rani sal il'ono sul trono, prin–

cipi e principesse si colloca rono ai lati.

L'orchestra de ll'Esposizione aveva into –

nata la marcia r eale. Quando cessò l'eco

de ll' ult ima nota, la Regina e le principesse

si sedette l'O, e poco dopo ' incominciò l'ese–

c uzione - ottima - de lla cantata inaugu–

rale, compos ta dal mae stro Mancine lli su

parole dell'avv. cav.

E.

A. Berta.

ESPOSIZIONE GENERALE ITALIANs!

~'C)

I

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TORINO

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1898

CA - C' VIC,..

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BOLLETTINO

UFFICIA ~;:~