

CAPITOLO II.
R A V l
a
coruu ,evangclii
del Sa n Gioanni la
chiesa del Santo Salvatore, nella quale ebbero
sede i .sacerdoti incardi na ti o cardinali dci primi
tempi , datisi poi a vita comune o canonicale
nel seco lo nono .
Non si hann o
noti zie
sicure del temp o in
cui fu ere tta; ma è asso lutamente infondato che
dovesse la sua origine alla pietà del marchese Olderico Man–
fredi
( l ).
Non è fors e improbabile che essa avesse pr eceduto ogni
altra · della città
( 2),
come parrebbe indicarci il tito lo preso dal Santo
Salvator e, e che fosse pure un tutto con quel tempio che, a' det ti di San
Massimo, era stato innalzato a suoi g iorni da un con te to rinese, alto digni–
tario cieli'impe ro,
p ersonagg io cùiarissimo e
sonimameute
p rovvido, sapiente,
relig ioso e vincitore dei barbari
-, Le parole stesse adopera te da Massimo
nell' encomiare q uell' illustre mecenate paiono darci ragione ciel titolo
imp ost o alla chiesa ; imperocc hè egli scriveva che quel conte, come era
stato
saiuatore
de ll' impero in battaglia, così aveva
salvato
s è st esso da i
demoni ergendo la casa d i Dio,
essendoché non sia il salva tore clze visiti
l'inf ermo, sibbene costui che
e
visitato dalla sanità del salva tore (3) .
Preziosi ricordi scavati clietro all'abside di questa ch iesa attestano
la su a antichità . Prati candosi nel 1843 alcuni scavi nel primo cortile ciel
palazzo rea le vecc hio, dett o della panetteria reale, a levante del palazzo
st esso si scoprì, lungo le case e nella direzione da l sud al nord, una
fila
eli
sepolcri triangolari formati di grossi matt oni convergenti di fabbrica ro–
mana, e posti tra le fondament a di antiche fabbriche, alcuni dei q uali muniti
di impugn atura, ma privi di bollo. Niuna iscrizione od emblema,
nè
avvan zo
alcuno di
antic hità
venne a rivelare a chi apparteness ero quelle tombe; ma ,
essendo g li scheletri col capo vers o oriente, dinotano cristiani sepolcri , ecl
è probabile che fossero desti nati ai cano nici de l d uomo.
3
-
R ONDOLINO.
Il D,w1!Io.