

320
PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
sivo sollevamento, al quale appunto sarebbe dovuto puranche la maggior
energia acquistata dalle correnti a demolire questa prima costruzione
diluviale
, ad incidersi alvei successivamente restringentisi ed affondan-
tisi, sia pel concentramento delle correnti, che pel fatto di perdurante
sollevamento con periodi di sosta, per modo che si originavano terrazze
come si verifica nel
diluvium antico
della valle del Sangone. Si formò
in seguito il
diluvium recente;
ed a questo noi crediamo poter attribuire
il conglomerato
ipomorenico
del Colombé e del bacino dei laghi di Avi-
gliana e di Trana ad Ovest. Noi siamo d’avviso che in allora il Sangone
avesse ben altro corso ; probabilmente non ancor sbrecciata la diga roc
ciosa che da Pietraborga per Trana passa al Moncuni, il Sangone ri
cevuto l’Ollasio penetrava nel solco tra il Moncuni e la Ciabergia e
portava il suo contingente di acque alla corrente della valle di Susa.
Questa sboccando sotto ad Avigliana si allargava a destra ed a sinistra
creando il cono di deiezione amplissimo, mentre quello del Sangone ri
maneva strozzato nel bacino attuale dei laghi. Il
diluvium recente
della
Dora si estese a Sud Est lungo l’ orientale falda di Moncuni fino al
l’attuale corso del Chisola da un lato, e dall'altro fino all’attuale corso
della Ceronda, dall’angolo presso la Bizzaria a valle, e la Stura setten
trionale fino al suo sbocco nel Po; il lembo
diluviale recente
che sta tra
il Casternone e la Ceronda a valle del torrentello Rissatto contiene molte
rocce di vai di Susa, e quantunque ciò possa essere avvenuto per poste
riore rimaneggiamento, pure crediamo per ora considerarlo come un brano
del cono di deiezione della Dora Riparia tagliato fuori dal corso del
Casternone. Verso il Po poi il lembo estremo di questo cono di deie
zione non si arresta al corso del fiume ma si spinge fino contro le falde
della collina di Torino, come risulta da molte escavazioni che per scopi
diversi furono praticate fra il Po e la falda collinesca. E qui troviamo
acconcio il notare che il corso del Po non sempre è limite ai coni di
deiezione provenienti da sinistra ; il fatto stesso che tali coni sono dal Po
in molti punti battuti in breccia al piede di balze scoscese al di là della
corrente e dell’alveo del Po prova che questo è penetrato alquanto nella
massa del cono istesso; ciò serve pel cono di deiezione in istudio come
per altri in identiche condizioni. Ciò non toglie che la massa di questi
coni abbia respinto il corso del Po ad Est verso le colline; nè crediamo
improbabile che alla Loggia, a Carignano, a Carmagnola il terreno oltre
Po sia rappresentato per qualche tratto da estremi lembi di coni di deie
zione del Chisone spingentisi insieme col sottostante
diluvium antico
fino
in rapporto col
villafranchiano.
Le pendenze sulla superficie di questo cono di deiezione sono diver
genti, irradianti da un punto di vai di Susa ove il cono non esiste