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DELI,A PROVINCIA DI TORINO

619

Le condizioni sul cono di deiezione della Dora Baltea sono identiche

a quelle già descritte per quella parte di esso cono che spetta al cir­

condario di Torino, senza che ora stiamo a ripeterle per le campagne tra

l’Orco e la Baltea al piede delle colline

moreniche.

Le colline

moreniche

si estendono in grande arco complesso da Brosso, a Cai uso, Mazzè, Ca-

vaglià ad Andrate ; in parte posano su rocce da Andrate a Strambinello,

ed in gran parte formano uno sbarramento arcuato, a breve pendio esterno,

fondentesi gradatamente colla superficie del cono di deiezione verso San

Giorgio, Caluso, Villareggia e Mongrando, ed a pendio più ripido e scen­

dente a maggior profondità verso l’interno. Dette colline

moreniche

dànno

per isfacelo una buona terra, argillo-sabbiosa, mista a frantumi, ricca

di svariati elementi inorganici, per la grande varietà di rocce che con­

tengono; subordinatamente alle condizioni altimetriche questa terra è

attissima alla vigna, e lo provano l’eccellenza dei vini che da detti vi­

gneti si ottengono specialmente dallo esterno versante delle

morene

a

Bairo, Agliè, Montalenghe, Caluso, Mazzè, Borgomasino, Strambino e

via dicendo.

I

coltivi che non esigono irrigazione vi prosperano pure assai bene,

come pure i cedui di quercia e castagno, in ispecie nei versanti interni.

L’impermeabilità della massa

morenica

determina in alcuni punti dei

ristagni con vegetazione torbosa, queste aree sono improprie a colture.

Nelle parti elevate la

morena

presenta generalmente boschi con scarsi

coltivi, come nelle alture della Serra, e suH’imbasament) roccioso di

destra. In alcuni tratti interni ove si verificano protendimenti dal grande

arco

morenico,

ed ove l’esposizione è a Sud, a Sud Ovest od a Sud Est,

si hanno ancora buoni vigneti come a Parella, Lorenzé, Bollengo. Il

bacino interno è pianeggiante, depresso, ricolmo di fine alluvioni mel­

mose od a sabbia finissima; sono frequenti i ristagni, i tratti paludosi,

e stanno pure due grandi laghi, di Viverone e di Candia. Vi trovano il

loro posto le colture di praterie artificiali, di grano turco, di legumi­

nose, di ontani, pioppi, gelsi ed altri vegetali arborei.

Questo bacino è tagliato obliquamente da una diga dioritica con lembi

dì rocce

permiane

e

triasiche;

i poggi rocciosi di Ivrea, Chiaverano,

Montaldo Dora, Pavone, Samone, Banchette, Parella, Lorenzé sono col­

tivati a vigneti che dànno buonissimi prodotti. A monte di questa diga

sta l’imbuto di sbocco della valle di Aosta. A destra un versante roc­

cioso ripidissimo con scarsi boschi e pascoli, in basso coltivi e vigneti

sulle frane e sui coni di deiezione dei piccoli torrenti. A sinistra coltivi

più ampii, boschi, ed in basso vigneti produttivi di eccellenti qualità

di vini come a Carema, e sui coni di deiezione aprichi prosperano gran­

demente gli alberi fruttiferi. Nel fondo di valle, piano, a fine alluvioni