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l\ « I I I HH\/IO\l D II \ \ l \ l l DI ROMA
Pure fra vive acclamazioni iniziò quindi
‘.•nifica, o lavoratori delle industrie di To-
il suo discorso il Prof. Del Giudice :
rino, affermare per i secoli che la storia no
stra <■ storia di popolo, è storia del lavoro.
Lavoratori fascisti, la celebrazione del-
« Ma il lavoro e il pojjolo non sarebbero
la festa del lavoro per volontà di Benito degni di tanta valutazione se non sentisse-
Mussolini, Duce del Fascismo, che è 1*Ita-
ro quali sono i doveri di questo grande pri-
lia, si compie nel giorno sacro alle origini vilegio (applausi). Il dovere del lavoro oggi
di Roma, madre immortale e inesausta di
non è più qualche cosa di elastico che si
civiltà e di grandezza. Non è questa una possa tirare secondo che piaccia: oggi il la
ti Colonnello D i Robilant parla dal bakone della Prefettura
coincidenza forzata, nè tanto meno retorica
perchè essa esprime la spiritualità nuova,
la passione nuova, con le quali il Fascismo
pone il problema del lavoro e ne intende
la necessità.
.( Come gli antichi padri nostri dopo la
guerra era premio e conforto il santo lavoro
dei campi, così ai lavoratori italiani novel
lamente creati dal Fascismo, il lavoro si
rileva non più come una condanna dura,
ma come la più divina forza che l'uomo
abbia per vincere la natura e aggiogare l ’av
venire (applausi). Identificare la festa de!
lavoro con le origini della nostra storia si-
voro è una forza della compagine nazio
nale. una forza dello Stato e come tale va
disciplinata, regolata (applausi). Quali sia
no le garanzie che al lavoro ha dato il fa
scismo voi già le sapete perchè mai nessu
na rivoluzione avvinse l'anima del popolo
come quella fascista.
<■Il primo principio della Carta del la
voro affermerà che di fronte alla legge la
voratori e datori di lavoro hanno eguali do
veri ed eguali diritti (grandi applausi).
Qualche giornale ha troppo insistentemen
te chiamato questo primo articolo una enun
ciazione di principi! : noi diciamo che è la