Table of Contents Table of Contents
Previous Page  760 / 854 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 760 / 854 Next Page
Page Background

IL PALAZZO MUNICIPALE DI TORINO ED IL SUO ARCHITETTO

377

tico edifizio del Lanfranchi. Il Castelli con­

tinuò nel suo disegno l’architettura del-

rAlfieri e solo lasciò in rustico, come si

vede ancora adesso, la torre d’angolo che

gli Edili desideravano eseguire con spe­

ciale architettura degna di ricordare quella

che ornai cadeva in ruina, cioè l’antica vi­

cino a S. Francesco. Per la nuova torre fu­

rono presentati trenta e più progetti da

quello del Butturini a quello del Bonsigno-

re; sulla sua base un’iscrizione ricordava

che sotto il regno di Vittorio Amedeo 111,

addì 11 novembre 1786, se ne era posta la

fondazione.

Poiché la sede del Podestà e quella prin­

cipale dell'Amministrazione cittadina con­

verrà sempre rimangano là dove ora si tro­

vano, cioè nel centro dell’>l

ugusta Tauri-

norum,

chè tale è la vecchia Piazza delle

Erbe ; parmi non fuori di luogo qui auspi­

care che le circostanze e le finanze permet­

tano, sulle fondazioni del Castelli, il rial­

zamento della Torre comunale, provvista

di orologio, campane e magari di un faro

luminoso; i progetti, come ho detto non

mancano; alcuni veramente pregevoli.

Non è qui il caso di rievocare tutti gli

eventi cittadini che si produssero nel no­

stro palazzo ; i vecchi autori però ricordano

che nel 1706, esso era la sede del Coman­

do militare durante l’assedio ; che nel 1805

•vi fu una gran festa da ballo con intervento

di Napoleone che passava per Torino, onde

recarsi a Milano per cingere la corona fer­

rea; nel 1842 vi si celebrarono grandi so­

lennità in occasione delle nozze di Vittorio

Emanuele II.

Diamo ora uno sguardo al palazzo, co­

me attualmente si presenta verso la piazza,

di cui forma un lato. E* costituito da tre

piani compreso il terreno. Questo è forma­

to da un portico di pietra marmorea, a bu­

gne, sostenuto da pilastri e lesene doriche

pure bugnate; in chiave degli archi figura

la testa del simbolico toro; arma parlante

di Torino : Toro aureo in campo azzurro.

di cui già si ha notizia nel secolo XIV, con

possibilità che fosse già usata nei secoli XI

o XII. Sopra il portico e facente corpo con

esso, corre una balconata marmorea a ba­

laustrini, che nella parte centrale si pro­

tende in avanti, dando luogo a un più lar­

go balcone, corrispondente al salone cen­

trale detto dei marmi e sorretto da quattro

belle colonne fasciate, posanti su alto stilo­

bate. Tra queste colonne si aprone due nic­

chie in cui stanno le statue già ricordate,

punto adatte ; mentre invece è pregevole la

statua di Vittorio Emanuele 11. sotto il por­

tico, dovuta allo scalpello di Vincenzo Vela

(1865). Il prospetto del portico presenta

proporzioni eccellenti; esso forma un de­

gno e robusto basamento alla facciata. Un

corpo leggermente avanzato corrispondente

al balcone centrale, rompe la monotonia

del prospetto, continuando fino all’ultimo

piano, sopra il

Huaic

si trasforma nell’al­

tana, aggiunta in seguito. Il primo piano è

limitato superiormente da una trabeazione

portata da lesene a capitelli ionici con ghir­

lande; vi si aprono nove porte balconi, co­

ronate da timpani curvati in stucco ; mentre

nel disegno del Lanfranchi le aperture sono

solamente sette. L’ultimo piano è pure di­

viso da lesene a leggiadri capitelli figurati ;

l’ornamentazione delle finestre a cornice

orizzontale è molto sobria ; al di sopra cor­

re un cornicione a mensole su cui fu in se­

guito aggiunto un attico a balaustrini e la

sopraelevazione centrale. La composizione

figura equilibrata ed elegante, piuttosto se­

ria, e priva perciò di quel carattere seicen­

tesco che si rileva nel progetto del Lan­

franchi, più ricco e più intensivamente

espressivo. Dal portone arcato si penetra

nel cortile rettangolare, attraverso un atrio,

e portico sostenuto da colonne. Il lato de­

stro del cortile è a tre piani col terreno;

questo è decorato da un criptoportico a sei

arcate sostenute da lesene doriche ; ad ogni

arcata corrispondono due belle finestre sei­

centesche del pianterreno e di un ammez-