

Il Palazzi Municipale di Torino
ed il suo Architetto
Modesto Paroletti ha scritto che l’antico
palazzo del Comune torinese doveva tro
varsi sulla strada delle Quattro Pietre, ora
di Porta Palatina e poi nel quartiere della
Porta dei Marmi (in
quarterio marmoriae);
cioè presso la vecchia torre ed il quartiere
di S. Francesco d'Assisi. Riccardo Brayda
(Il Palazzo del Comune di Torino,
Torino,
1898) ha (atto conoscere un disegno, estrat
to dall’archivio municipale, dell’antico pa
lazzo comunale; secondo il compianto ar
chitetto, tale disegno delineato tra il 1566
ed il 1568, riguarda il palazzotto del Co
mune, raffazzonato ed intonacato in quel
l ’epoca ; ricordante però ancora la sua fiso-
nomia medioevale negli archi acuti del por
tico. Esso era situato presso l ’antica torre
del Comune e quindi presso la chiesa di
S. Francesco d’Assisi
(ad turrim).
La torre,
^fino dal Trecento (1384), sorgeva all’incro
cio delle attuali vie Genova e Garibaldi,
come risultò da muri di fondazione molto
spessi, rinvenuti in quelle vicinanze ; anzi,
(ino dal 1387, si hanno notizie di un orolo
gio allogato sopra di essa. La torre ebbe
varie e fortunose vicende; fu rialzata, riat
tata, trasformata ed il Brayda ne dà una
veduta, da un disegno del 1753; sulla gu
glia figurava un bronzeo toro rampante.
Poiché impacciava la viabilità ed era vetu
sta, fu demolita nel 1801, durante la do
minazione francese. L ’incremento assunto
dalla città di Torino fino dall’epoca di
Emanuel Filiberto e l'aumento della po
polazione, indussero il Comune, nel seco
10 XVII, ad ampliare la sua sede, rifacendo
1 palazzo sulla Piazza delle Erbe ; così, se
condo il Brayda, ed in contrasto con quan
to scrive il Cibrario, in luogo diverso dal
primitivo. L ’incarico fu dato all’architetto
torinese Francesco Lanfranchi e noi abbia
mo la fortuna di possedere, presso l’Archi-
vio comunale, il superbo disegno della fac
ciata che qui
riprodotto. E’ un bel
saggio dell’architettura fastosa del Seicen
to, che disgraziatamente non corrisponde
appieno al prospetto attuale. Il disegno
porta la firma :
Franciscus Lanfranchi inv.
et fecit
1659. Nell’esecuzione del progetto
andò perduto il carattere sontuoso dell’in
venzione, proprio dell’epoca ; tutto fu sem
plificato, anzi immiserito; si considerino
infatti nel disegno, il ricco cornicione, la
decorazione delle finestre del secondo pia
no, le lesene dello stesso, le finestre del pia
no nobile il cui timpano è adorno di busti
statuari ; le presuntuose statue collocate
sulla balconata; le due nicchie laterali al
portone dovevano accogliere le statue di
Carlo Emanuele II e di Madama Reale Cri
stina di Francia ; esse non furono mai ese
guite; in loro vece, altra volta zampillava
no due fili d ’acqua condotti dalle fontane
di S. Barbara; poi, nel 1859, furono allo
gate le statue attuali del Principe Eugenio
e del Principe Ferdinando Duca di Geno
va, che non corrispondono conveniente
mente alle linee architettoniche dell’edifi-
zio. Il portico nel disegno pare chiuso, con
proposito infelice, destinato ad accogliere