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Nell’altro arazzo in cui figura un mendi
cante assalito da un cane, come in quello
che riproduce un giovanetto che dà delle
indicazioni ad una donna il paesaggio è
pure meravigliosamente trattato; gli effetti
luministici sono raggiunti con gran perfe
zione ; ai personaggi che animano le scene
è
impresso un senso di vita
Segnalando questi tre arazzi non intendo
disconoscere i pregi che hanno anche gli
altri, i quali son tutti di un buon effetto de
corativo e danno un senso di festosità e di
allegrezza.
Ho detto da principio che le tappezzerie
con scene campestri erano un po’ < spae
sate " a Milano. Infatti in esse si riscontra
un carattere che direi spiccatamente regio
naie.
Il
paesaggio, l’ambiente, i costumi, le
fisonomie dei personaggi sono prettamente
e spiccatamente piemontesi : il Cignaroli,
di famiglia originaria veronese, ma nato e
vissuto in Piemonte, ha fornito dei « car
toni »' che sono delle vere e proprie rap
presentazioni dialettali.
Gli arazzi esaminati, come del resto tutti
gli altri della medesima serie campestre,
non hanno cornici caratteristiche. Non so
no. cioè, racchiusi entro bordi tessuti, la
cui ornamentazione e decorazione sia inti
mamente legata con la composizione che
figura nel campo centrale di ciascuna tap
pezzeria.
A queste i mastri arazzieri torinesi si so
no limitati a tessere intorno una cornice as
sai semplice, che vuole imitare quelle in
legno dorato, che si usano per racchiudere
delle tele dipinte.
Gli altri cinque arazzi, pure restituiti a
Torino, appartengono, come ho detto, alla
serie delle <* architetture ».
L ’arte di Giovanni Paolo Pannini, spe
cialista nel ritrarre mirabili prospettive ar
chitettoniche, esercitò al suo tempo una
grande influenza. Nei palazzi reali del
Piemonte poi si trovavano molte tele del
pittore piacentino, sicché è naturale che
all’arte ed al genere trattato da questo arti
sta si siano inspirati i pittori, che a Torino
erano in cerca di soggetti originali per mo
delli di tappezzerie.
Dico subito che gli arazzi in parola, che
riproducono rovine architettoniche, anima
te da guerrieri in pose diverse, son infe
riori a quelli delle altre serie, tuttavia essi
non sono privi di qualche pregio; se non
altro hanno quello della originalità dei sog
getti.
Mentre in tutte le altre arazzerie gli ele
menti architettonici entrarono come parti
colari nella composizione di una tappezze
ria. la manifattura torinese ha usato questi
elementi come fine a loro stessi, come sog
getto esclusivo di arazzi ; le figure che av
vivano le scene sono particolari trascura
bili. tanto
è
vero che in due di essi, già
esistenti a Torino, non v’entrano affatto.
Non dirò certo che la parte architetto
nica abbia un gran valore: essa è di ma
niera, accademica ed un po’ fredda, non
di meno bisogna riconoscere che questa
parte
è
migliore delle figure, che appaiono
come manichini in atteggiamenti privi di
vita.
1 modelli per le « architetture furono
dipinti da Carlo Bianchi : la tessitura dei
corrispondenti arazzi venne iniziata sugli
ultimi del Settecento, verso il 1789, nell’e
poca. cioè, in cui il decadimento della ma
nifattura erasi già iniziato.
Cosicché queste tappezzerie, oltre a non
avere avuto degli eccellenti modelli, risen
tono pure le conseguenze della crisi in cui
viveva l'arazzerla e presentano perciò una
confezione difettosa e sciatta, che ha in
fluito enormemente sulla loro non buona
riuscita.
I modelli, che ora sono conservati in
gran parte nella palazzina di Stupinigi e
nel castello di Rivoli, non sono, è vero,
eccellenti ; ma è certo che da essi si sareb
bero potuto trarre degli arazzi migliori, se