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dell'impero; quantunque anche le due altre

porte fossero monumentali.

Ora sul tratto di quest ultima via, ancora

percorsa nel medioevo ed anche più tardi,

fra Torino e Settimo, verso la metà del se­

colo XII, fu eretta la nostra Badia

(iuxta

itratam, ultra Sturiam).

Un documento conservato nell’ archivio

arcivescovile di Torino (F.

G

a b o t to

e

G . B . B

a r b e r is

,

Le carte dell'archivio ar­

civescovile di Torino;

BSSS., voi. XXXVI,

Pmerolo, 1906; Doc. XI) ci informa che

Pietro Podisio nobile, ricco ed influente cit­

tadino Torinese, addì 25 gennaio 1146,

fece una cospicua donazione a Vitale abate

de Vallombrosa affinchè questa Congrega­

zione curasse l ’erezione e l ’ esercizio di un

ospedale nel territorio di Torino.

Questo Pietro Podisio era uno dei perso­

naggi più in vista nella Torino del seco­

lo XII, che contava circa 4000 abitanti; lar­

go donatore di beni a chiese e monasteri,

fondatore ed avvocato, come si è detto, del­

l ’ospedale di S. Giacomo di Stura, che pri­

ma era detto di S. Pietro ; presente o parte

in numerosi atti del tempo. Era del casato

De Civitate,

figlio di Girardo, del ramo dei

signori di Altessano. Ebbe in moglie una

Elena, fu padre di un Oberto e di una figlia

che andata sposa ad uno dei visconti di Bal-

dissero, vi portò il nome paterno; l ’ultima

volta che compare il nome del Podisio è in

documento del 21 gennaio 1187. (T . Rossi

e F.

G

a b o t t o

,

Storia di Torino.

Torino,

1914; pag. 155, 156).

Papa Eugenio III nel giorno 14 aprile

1150 (F.

G

a b o t t o

e

G.

B.

B

a r b e r i s

,

op.

cit., Doc. XII e BSBS., Torino, 1914, Re­

censioni, pag. 426), confermava all’abate

V'itale di S. Benedetto di Piacenza il reggi­

mento dell’oratorio e del nuovo ospedale di

S. Pietro posto

ultra flumen Sfuria,

coll’ob­

bligo di servire lo

Xenodochium

lì costruito

e di curare che una navicella fosse sempre

pronta per il passaggio gratuito dei vian­

danti ; prova che allora sul fiume, più non

era conservato il ponte ligneo della strada

romana.

L ’ itinerario Gerosolimitano che traccia la

via da Bordeaux a Gerusalemme, passa per

Torino e per la nostra strada ; l ’ospedale di

S. Pietro serviva anche come

Xenodochio

per i pellegrini ; altri dice anche per i leb­

brosi.

Conosciamo numerosi documenti relativi

alla Badia per la maggior parte ricordanti

acquisti, donazioni o permuta di beni; tali

documenti si possono leggere nel ricordato

cartario arcivescovile di Torino pubblicato

da F. Gabotto e da G. B. Barberis.

In un documento del 9 maggio 1158

(Doc. XXIII) Guglielmo IV marchese di

Monferrato transige le sue differenze col­

l ’ospedale già chiamato di S. Giacomo,

iuxta Sturellam;

e qui giova ricordare che

la Badia sovente non fu lontana dal mute­

vole confine tra il territorio di Torino ed i

possessi del Monferrato.

Tra le donazioni figura anche generosa­

mente Elena moglie di Pietro Podisio

(Doc. XXIX) e questi poi (Doc. XXX, 22 lu­

glio 1164) dona al monastero tutto quanto

possiede oltre detto fiume.

Il monastero possedeva nelle valli di Lan­

zo, l ’alpe di Pietrafica, la chiesa di S. Desi­

derio in Usseglio; le alpi di Balmetta e di

Arnaz.

Lunghe contestazioni vi furono per pos­

sesso di beni tra l ’ abate di S. Giacomo e

quello di S. Mauro di Pulcherada ; un arbi­

trato del 15 marzo 1172 regola tali dissensi

(Doc. XLV1) e Giacomo 1, vescovo di To­

rino, sentenziò pure su tali differenze in un

documento del 2 ottobre 1210 (Documen­

to CXLVIII).

Una interessante carta del 15 febbraio

1220 (Doc. CLXX1V) ci informa che tra Ar-

dizzone Borghesio e Guido abate si viene ad