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LUIGI P ro fum o .

Corso di filosofia elementare ad

uso delle scuole liceali enormali. Voi. primo «*Psi­

cologia» Seconda edizione. Torino, Marietti 1929.

Il corso del prof. Profumo, sacerdote e gesuita

assai apprezzato nel campo degli studi filosofiici e re­

ligiosi, ha avuta, sin dalla prima edizione, larga e

favorevole accoglienza.

Ora, migliorata ed accresciuta, si presenta in una

seconda edizione di cui già è uscito il primo volume

dedicato alla psicologia.

Per quanto destinata alle scuole, la trattazione è

abbastanza estesa e varia e tratta della psicologia

tutti gli aspetti, dando, naturalmente, particolare svi­

luppo alle concezioni cristiane di essa.

Il libro riesce così assai più ricco dei testi abitual­

mente in uso nelle scuole : vi si possono trovare, ad

esempio, ottimi capitoli sulla fantasia, sull’ipnotismo,

sul linguaggio, sull'abitudine, sulle malattie della

memoria e della volontà, ecc.

Altro punto interessanteè quello dell'anima, della

sua natura, della sua unione al corpo, della sua ori­

gine e delle sue manifestazioni dopo la morte del

corpo: è, naturalmente, un sacerdote che scrive e

la trattazione prende qualche volta un sentitoed effi­

cacissimo -per quanto misurato • tono polemico.

Il libro si chiude con due bei capitoli riassuntivi

sulla storia della psicologia, precristiana e cristiana.

Non soltanto gli studenti, ma tutte le persone colte

che alla moderna rinascita delle ricerche religiose e

cristiane in specie si appassionano dovrebbero leg­

gere e meditare il volume del prof- Profumo, (p. r.).

G iuseppe M a r ia P e llic a n o .

Mina. Tragedia

in tre atti. Torino • Formica editore, 1928- L. 12.

Dopo aver tentato con « Pastorale > l'opera di

poesia pura, il dramma dei simboli. Pellicano prova

in questa «Mirra » il suo ingegno con la tragedia

dell'uomo che, caduto sotto la fatica dello studio,

provata la sua incapacità a strappare il mistero della

natura, cede a poco a poco alla follia e in questa e

nel delitto rapidamente precipita intuendo o temendo

una colpa nefanda nell’amore da cui spera la rina­

scita più fresca e vivace.

E’ o non è Fiamma la figlia di Tullio Hensel?

la voce d'una moribonda che sta per svelare la verità

è stroncata dal delitto : per salvare l'illusione di po­

ter amare ancora Tullio Hensel uccide la baronessa

di Santa Marina mentre questa comincia a parlare e

l'ignoto rimane ad accrescere il fascino travolgente

di questa meravigliosa tragedia in cui pare che vera­

mente il fato greco ineluttabile e terribile ritorni a

squassare la ragione e la volontà degli uomini come

la tormenta squassa e piega e rompe le quercie più

robuste.

Il titolo <Mirra • richiama la leggenda della figlia

dei Re Ciniro di Cipro: ma la tragedia nulla ha a

che fare con l'argomento trattato, traaltri, dall’Alfieri-

L’Alfieri sviluppa il personaggio di Mirra : Pellicano

fa centro del suo poema il Padre. E all’elemento

dell’amore colpevole aggiunge l'elemento del dubbio

che con le sue alternative di speianza e di dispera­

zione potenzia i! dramma sino allo spasimo, ed il

tema del limite posto alle possibilità della scienza :

nello sfondo le figure di Prometeo e di Ulisse cam­

peggiano- La follia certo, e forse anche il colpevole

amore, non sono che un castigo per l’uomo che ha

sperato di strappare dalla natura il suo segreto, a

Dio la conoscenza che gli uomini non possono avere.

II simbolo che nel « Pastorale » predominava,

quasi fine a se stesso, entra in «Mirra » come ele­

mento amplificatore del dramma.

In questo nuovo poema Pellicano conferma le doti

e i difetti che già dimostrava nel «Pastorale » : Na­

tura essenzialmente lirica, il poeta canta per se e si

compiace troppo del suo canto, e i caratteri perdono

rilievo, si profilano come fantasmi di poesia, non si

realizzano oggettivamente all’ infuori del poeta, come

persone vive, per se stanti, differenziate l’una dal­

l’altra.

E i dialoghi hanno spesso più uniformità che vi­

vezza, e i monologhi si esauriscono in tutte le più

sottili possibilità di analisi e d'introspezione, tanto

sottili che a volte paiono perdersi nella nebulosità

concettualepiù inconsistente nellaampollosità verbale

più vana, rotte, qua e là, da attimi di falsa conci­

tazione.

Difetti perònon proprii al Pellicano soltanto, e che

il Pellicano si fa in gran parte perdonarecon la origi­

nalità profonda e con la potenza veramente poderosa

di alcune sue pagine.

(p.

r

).

CARLO DaDONE.

Ridiamo ancora ? Allegrissimi

racconti per ragazzi dai IO ai

90

anni. Torino -

Soc. Editrice Internazionale. Unvoi.

1928,

L.

7,30.

L’A. i noto da molto tempo per le sue opere di

vario argomento, dedicate ai grandi ed ai piccoli.

La sua vasta produzione letteraria, affidata a più di

un editore, data da lunghi anni, ed il pubblico legge

sempre volentieri i racconti ed i romanzi del Dadone,

che dilettano educando -sia nel romanzo di avven­

tura, denso di episodi drammatici, che tiene desta

l’attenzione del lettore, fino aH’ultimo, sia nelle no­

velle comiche, il Dadone non perde di mira l’educa­

zione delle famiglie che possono inoltrarsi con fiducia

nelle pagine dei suoi libri.

Questo ulimo libro non è meno interessante degli

altri e ci riserviamo di tornare suU'argomento. Ci li­

mitiamo per ora a dare un breve elenco delle nume­

rosissime sue pubblicazioni:

S

oc iet à

E

ditrice

I

nt e rn a z ion a l e

La piccola Giovanna. Commovcatmtmo romanzo per tutti. Ric-

• cunente illustralodal pinote Romanelli. Quinta edizione-ristampa

riveduta dall*Autore. L. 8

Giannotto impara a »i»*r«. Racconto-galateo per la floreali..

e anche pergii altri. Nuovaràtampa. Quinta ed. 18.000. L. 7,50.

Il comwiano a Roccaforrigna. Grande romanzo per tutti

(comnoveaiMMo). L. 7,50.

Un oro*. Romanzo. Terza edizione illustrata. L. 5.

Storio 4*no bovaaglioro. Romanzo. Terra «-di/, illustrata I

V

Gli allegri pampnlncchini. Romanzo

attefiro. Sei

orda edizione

illustrata 1.

V