

LaSezionediTorinodel’istitutodiCulturaFascista
La propaganda politica che accompagna
una rivoluzione, come quella fascista. » con
tinua . è funzione di fondamentale impor
tanza in tempo di pace per il suo compito
informativo ma anche formativo delle masse,
in virtù di essa nella possibilità di partecipare
con maggiore consapevolezza alla progres
siva ascesa della Nazione.
In tempo di guerra tuttavia, queste fina
lità assumono un valore eccezionale se. come
senza dubbio è vero, rappresenta un essen
ziale fattore di vittoria la mobilitazione dello
spirito combattivo del Paese, di tutto il
Paese, al centro come alla periferia, nelle
città e nelle campagne, la perfetta conoscenza
delle cause e degli scopi della lotta intrapresa
e la nozione dei compiti da assolvere indivi
dualmente.
Al centro come alla periferia, abbiamo
detto, ma vorremmo aggiungere: partico
larmente alia periferia, dove più apertamente
necessaria ed utile si manifesta l'opera di
divulgazione.
Detto que>to risulta con maggiore evidenza
l'importanza del compito affidato a quello
che è l'organo tecnico della propaganda tra
le masse, e cioè l'istituto Nazionale di Cul
tura Fascista ed appare più chiaramente
giustificato il suo progressivo potenziamento
particolarmente realizzato col dichiarare TI.
N. C. F. organo del Partito.
Non stupisce che, proprio a Torino, città
che può vantare una tradizione eccellente
di cultura e che la sua storia ha dotato di
sviluppatissima sensibilità politica, l'istituto
di Cultura Fascista, con la sua Sezione pro
vinciale torinese, abbia trovato un terreno
ricco di sicure possibilità per il suo sviluppo
e per la sua affermazione.
Il popolo torinese, e con esso la popola
zione rurale ed industriale della provincia,
segue ormai da anni con significativo favore
— dall'inizio della guerra ancora accresciuto
— la molteplice ed intensa attività che
1*1. N. C. F. svolge con tatti i mezzi ritenuti
idonei ed in tatti i settori ad esso affidati.
Troppo spazio richiederebbe il ricordare det
tagliatamente tutte le iniziative promosse
dalla Sezione di Torino dell'istituto di Cul
tura Fascista. Di esse ci basta dare un cenno
sommario ricordando particolarmente solo
quelle di maggiore importanza. Sono tra
queste i grandi raduni popolari tenuti dal
l'inizio della guerra nella sala di uno dei
teatri torinesi. A tutt'oggi. oltre venti ne
sono stati organizzati e la partecipazione
della popolazione — si possono contare ogni
volta migliaia di intervenuti — anziché accen
nare a contrarsi, è andata progressivamente
aumentando, chiara dimostrazione dell'inte-
resse vivissimo destato dall'iniziativa. Vero
è che questi raduni, per l'attualità dei temi
illustrati, l'altissimo valore degli oratori e la
varietà dei mezzi adottati per mantenere il
loro tono quanto più possibile attraente (pro
iezione di documentari cinematografici, di
zione di versi, presentazione di cori popo
lari. distribuzione gratuita di opuscoli e di
giornali, ecc.) hanno sempre meritato il grande
successo ogni volta ottenuto.
Tra tutti i raduni organizzati, uno in modo
particolare deve essere ricordato, quello che
ha avuto eccezionale rilievo e risonanza dal
l'augusta parola di un Principe Sabaudo,
l'A. R. il Duca di Pistoia, che si è compia
ciuto di pronunciarvi su « La nostra guerra » ;
un elevatissimo discorso pubblicato poi dalla
Sezione in opuscolo.
Ma. a fianco di questa attività promossa
in Torino, non minore importanza ha quella
svolta parallelamente in provincia dalla Se
zione, sia per il tramite della sua vasta orga
nizzazione periferica, costituita da sottose
zioni e da nuclei funzionanti presso i Fasci
di combattimento più importanti, sia diret
tamente, con azione capillare, presso i Fasci
minori. Ogni centro della provincia, ogni
paese, sino a quelli più piccoli e più lontani
della zona alpina, è periodicamente visitato
da camerati designati ad illustrare, in adunate
di popolo e su schemi variati ed agili, gli
sviluppi vittoriosi della nostra guerra e le
mète con essa perseguite. Molte volte le
conversazioni -ono seguite, come avviene a