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All’interno di un’ampia zona della periferia nord-occidentale torinese, caratterizzata prevalentemente da edilizia moderna non

pianificata, permangono significativi segni materiali dell’antico borgo. Tali segni si ritrovano all’interno di un settore dimensionalmente

contenuto, incardinato sui due storici assi delle odierne vie Pianezza e Verolengo, che propone ancor oggi un edificato minuto (dai

due ai quattro piani d’altezza), di modesta fattura, impreziosito in alcuni casi da decorazioni semplici ma raffinate, talvolta di gusto

Liberty. Questi edifici caratterizzano la zona d’imbocco di via Pianezza (in prossimità di corso Potenza) e alcune vie trasversali, ma

si disperdono in particolare a ovest, dopo pochi isolati, lasciando tuttavia segni forti della storia del borgo: la chiesa di Lucento, i

resti del castello, e alcune palazzine di primo Novecento. Tali documenti materiali risultano circondati tutti da un ambiente urbano

estraneo (di fabbriche e alti palazzi), tipico di una zona periferica, progettata come impianto urbanistico, ma non definita nella

completezza dell’immagine architettonica, che risulta infatti del tutto casuale.

Il nucleo di piccole case che caratterizza il primo tratto di via Pianezza trova continuità nell’area a nord della via, verso via Verolengo,

tuttavia con una dinamica differente, in quanto vi si dirada la dimensione ambientale di nucleo compatto dell’edificato antico,

e se ne propongono solo più singole tracce, per lo più isolate all’interno di un tessuto urbano tipologicamente misto, risultante

dall’edificazione graduale avvenuta nel corso del Novecento, consolidata nella grande espansione della zona negli ultimi decenni.

L’area entro cui si ritrovano numerosi edifici borghigiani è comunque riconoscibile all’interno del perimetro definito dalle vie

Caselette e Foglizzo (rispettivamente a sud e a ovest) e dai corsi Toscana e Potenza, con una dispersione più netta a ponente e più

graduale nel settore a nord, con segni che permangono sino a corso Toscana, oltre il quale scompare completamente ogni traccia

dell’edificato antico. Viceversa, la caratterizzazione ambientale del borgo si ritrova in modo dichiarato nell’ambito in affaccio su

corso Potenza, a cavallo di via Pianezza, in cui permane il rapporto tra alcune case antiche che ne hanno conservato intatti i caratteri

tipologici o comunque le volumetrie, e scorci con prati e alberi, nonché di un tratto della Dora con una ricca vegetazione spontanea.

Tale ambiente, che ha mantenuto non solo l’aspetto del suo passato, ma anche un carattere ambientale bucolico, si pone però

in contrasto con l’intenso traffico veicolare e l’ampia sezione dell’adiacente corso Potenza. Per quanto questo importante asse

stradale si configuri come un taglio netto all’interno del tessuto urbano, con una cesura visivamente forte e difficoltosa dal punto di

vista funzionale (costituisce un attraversamento complesso per i pedoni e le auto), è pur vero che tale cesura non è sufficiente ad

annullare i segni della storia in quella parte di città. Le tracce del tessuto edilizio primigenio della borgata Ceronda, al di là del corso,

si pongono infatti in continuità con quelle di Lucento, configurando – anche se solo parzialmente – la consistenza edilizia primigenia

sorta lungo gli assi di due delle antiche strade foranee (oggi vie Pianezza e Verolengo), testimoniandone i primi insediamenti, abitativi

e poi industriali.

RILIEVO URBANO

Il settore incernierato su via Pianezza, all'imbocco da corso Potenza, è quello che meglio conserva i caratteri borghigiani di Lucento, pur proponendo

architetture differenti sia in altezza, sia nello stile.