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Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici,

Pianta di Torino coll’Indicazione dei

due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e

collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate

successivamente sino a Maggio 1915

, 1916. ASCT,

Tipi e disegni

, 64.6.8.

A seguito del piano regolatore del 1908, tutto il settore entro la

ex cinta daziaria risulta scandito in lotti regolari, in gran parte

non ancora edificati. Nel settore a ponente dominano le grandi

arterie di recente progettazione: il prolungamento di corso

Regina Margherita, i nuovi corsi Lecce e Altacomba (oggi Svizzera)

e le vie Spoleto e, oltre la Dora, Viterbo. Il nuovo assetto viario,

conflittuale rispetto al poligono di tiro, scandisce grandi isolati

privi di costruzioni.

Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici,

Pianta di Torino

coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente

della Zona piana

[...]

e della Zona collinare

[...]

aggiornati colle Varianti

deliberate successivamente sino a Giugno 1935

(terza variante piano 1908).

ASCT,

Tipi e disegni

, 64/7/8/1-8.

Nel settore a levante dell’antica cinta, qui indicata come

Corso

Tassoni

, il costruito ha pressoché saturato i vari isolati su via

Cibrario e corso Regina Margerita. Nell’altro settore i corsi

Lecce, Altacomba e Regina trovano ostacolo nel

Tiro a segno

nazionale

presso il quale risulta edificata solo la

Centrale elettrica

municipale

. Nell’ansa della Dora, su entrambi i fronti di

Strada

delle ghiacciaie

si è accresciuto il costruito, regolato da un

accenno di lottizzazione intorno alla

Via Spoleto

. Una parte dei

canali è in fase di interramento.

EDIFICI E LUOGHI IDENTITARI

Il borgo, come è attestato dal suo toponimo,

nasce in funzione di importanti opifici,

legati al canale del Martinetto, scomparsi

nel tempo. Il tessuto edilizio, man mano

adattato a funzione residenziale, anche a

seguito della pianificazione a cavallo tra

Otto e Novecento, conserva labili tracce

dell'assetto borghigiano. Nell'immagine si

evidenzia il tipico dislivello che caratterizza

il tratto finale di via San Donato, separando

il borgo omonimo (a sinistra) da quello del

Martinetto (a destra).