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SISTEMI ED ELEMENTI GIÀ SEGNALATI COME CARATTERIZZANTI

Nell’individuazione di

Beni architettonici ambientali

(1984) preliminare allo studio del Piano Regolatore di Torino poi non realizzato,

nella borgata Parella erano state segnalati due ambiti «di interesse ambientale e documentario»: l’ambito

Via Baveno-Largo Valgioie

,

tra i corsi Francia a sud e Monte Grappa a est, innestato sulla via Asinari di Bernezzo (sedime dell’antica strada di Collegno) e l’ambito

Piazza Chironi-Largo Fabrizi

, tra il corso Lecce a est e a sud-est il quartiere IACP e nuclei di servizio nella zona della Tesoriera.

Entrambi gli ambiti, legati all’impianto urbanistico successivo al P.R.G. 1908 e all’espansione urbana entro la cinta daziaria 1912,

caratterizzati da edilizia del periodo tra le due guerre mondiali, non sono stati assunti tra gli elementi di valore storico-ambientale

sia nello studio preliminare

Qualità e valori

(1992), sia nel P.R.G. di Torino del 1995.

INFRASTRUTTURE

CORSI, STRADE E VIE PRINCIPALI

Corsi: Appio Claudio (già strada comunale della Pellerina e strada delle

Basse di Dora), Francia, Lecce, Marche, Monte Grappa, Regina Margherita,

Sacco e Vanzetti, Telesio. Vie: Asinari di Bernezzo, Bianchi, Borgosesia,

Capelli, Carrera, Cossa (già tratto del sedime della cinta daziaria del

1912), Domodossola, Exilles, Fabrizi, Lessona, Medici, Pacchiotti, Pilo, Re,

Salbertrand, Servais.

STRADE E VIE INTERNE (PRIVATE E NON)

Per la zona interna alla via Cossa, vie: Basse di Stura (strada vicinale),

Carisio, Fogazzaro, Galliate, Ghemme, Giulietti, Gravere, Lionetto (strada

del), Mogadiscio, Ornavasso, Passo del Brennero, Roasio, Saluggia,

Scapacino, Trivero, Venalzio. Per la zona esterna alla via Cossa, vie: Actis,

Berruti, Buffa di Perrero, Cardezza, Madonna delle Salette, Masera, Mosso.

Vie caratterizzanti: per la zona di più antica costituzione, vie: Baveno,

Borgomanero, Meina. Per la zona più periferica vie: Franzoj, Niccolini,

Sostegno, Pacchiotti, Timermans; corso Telesio (interno); strada antica di

Collegno.

FIUMI, TORRENTI, RII, CANALI E BEALERE

Da

Beni Culturali

, cit., si segnalano: Fiume Dora. Bealera Cossola, canale

artificiale oggi coperto, utilizzato anche per il funzionamento dell’edificio

«per esperienze idrauliche» presso la cascina Parella (costruzione a partire

dalla metà del XIV secolo, concessione del primo Seicento). Canale artificiale

della Pellerina, tratto di corso Appio Claudio fra corso Monte Grappa e

via Omegna (costruzione a partire dal XIV secolo, concessione del primo

Seicento, sistemazioni dell’alveo da metà Ottocento).

PONTI

Da

Beni Culturali

, cit., si segnalano: Ponte stradale della cascina Marchesa,

fiume Dora e parco Carrara (1936). Passerella pedonale, fiume Dora e parco

Carrara (impresa Bertelè, 1937).

AREE PUBBLICHE (PIAZZE, PIAZZALI, LARGHI E AREE VERDI)

Piazze: Campanella, Chironi, del Monastero, Massaua (già Barriera di

Francia, relativa alla seconda cinta daziaria). Larghi: Fabrizi, Valgioie. Parchi:

Carrara, Tesoriera. Giardini: Curie, Rapisarda.

EDILIZIA PER LA RESIDENZA

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Nuclei a ville villini e palazzine: villa

Pioz di Rosignano, via Sismonda 18, seconda metà del XVIII secolo; villino,

via Cossa 88 via Scapacino, primo decennio del Novecento; palazzina, via

Domodossola 15, primi decenni del Novecento; palazzotto Arduino, corso

Lecce 63, di ambito culturale Gino Coppedè (1933); nucleo di villini, via

Servais 8, 10, 12, 16a; nucleo di villini, corso Lecce 81, 83, 85, anni trenta

del Novecento; palazzine «Condotte d’Acqua», via Cossa, progetto architetti

Nello Renacco e Aldo Rizzotti, 1972. Case di civile abitazione: in via Trivero

10, primo decennio del Novecento; in via Galliate 6, secondo decennio

del Novecento; in via Salbertrand 70, primi decenni del Novecento; in via

Salbertrand 93, primi decenni del Novecento; casa Gastaldi, via Servais

8, progetto ing. Cerruti, 1936; casa Ciccarello, via Servais 12, progetto ing.

Migasso. Quartieri di edilizia popolare: IACP, corso Lecce 25, 31, 33 e vie

Belli 16, 26, Fabrizi 76, 80, Orta, 1924; IACP, via Valgioie 123, 1957.

ELEMENTI DI TIPO PRIMARIO (ATTREZZATURE)

EDILIZIA PER L’ATTIVITÀ AGRICOLA

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Cascine documentate nel Settecento

(ora in parte riplasmate con cambio di funzioni o demolite): La Cossilla, via

Cossa; La Grangia Scott (le Grange), strada vicinale della Berlia 543; Il Berlia,

strada vicinale della Berlia 545; La Marchesa, corso Appio Claudio 106; Il

Mineur, strada della Pellerina 78.

EDILIZIA PER L’ATTIVITÀ SCOLASTICA

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Scuola materna Cavaglià, via Carrera

23, 1928, ampliata nel 1961. Scuola elementare Duca d’Aosta, isolato fra

le vie Asinari di Bernezzo, Capelli, Carrera, costruita dal Comune di Torino,

progetto ing. Orlandini, 1931.

EDILIZIA PER IL CULTO

Da

Beni culturali

, cit., si segnala: Chiese: Visitazione, corso Francia 272,

progetto arch. Giovanni Battista Ferrante, 1887; Divina Provvidenza, isolato

fra le vie Asinari di Bernezzo, Canonica, Carrera, progetto arch. Napione,

1929.

EDILIZIA PER SERVIZI VARI

Da

Beni culturali

, cit., si segnalano: Villa, giardino e pertinenze de La

Tesoriera, corso Francia 186, 192, progetto di Jacopo Maggi, primo quarto

del XVIII secolo. Ricovero La casa accogliente, corso Francia 180, fine

Ottocento. Istituto Santo Natale, corso Francia 164, 170, primi anni del

Novecento. Silos per acquedotto «Il Fungo», corsi Appio Claudio e Telesio,

anni sessanta del Novecento.

ELEMENTI OGGI INDIVIDUATI COME CARATTERIZZANTI

In una grande zona urbana non centrale – tangente al settecentesco asse della strada di Francia –, che nella prima metà del Novecento

è stata sottoposta a graduali norme di piano ed edilizie, gli elementi oggi caratterizzanti possono essere individuati in alcuni pezzi e

parti della borgata, alla ricerca degli aspetti d’identità e di differenza.

Per esempio, alcuni assi viari, già privati, hanno un carattere che li identifica nel rapporto tra morfologia urbana e tipologia edilizia:

non solo vie strette e case basse, ma anche la presenza di piccole aree verdi fra gli edifici, secondo opzioni di tipo estensivo. Ancora,

nella visione di approccio alla città alternativa, che sottende il presente studio di storia e di rilievo, la differenza è colta come qualità

da segnalare e da tutelare, al fine di ostare alla scelta di un’urbanistica che punti solo all’omologazione. A partire dal secondo

dopoguerra, molti danni sono stati arrecati alla borgata (per esempio, la demolizione della cascina che le ha dato il nome): però, le

significative parti rimaste, cui s’è fatto cenno, devono essere viste come elementi qualificanti d’identità.