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CITTÀ DI TORINO,

Carta Tecnica Comunale

, Quadrante n. 155 12 2, tav. n. 15 (riprodotta in scala 1:25000).

PERIMETRO

Largo Orbassano, linea ferroviaria Torino-Modane, corso Trapani, via Frejus, piazza Adriano, corso Francesco Ferrucci, corso

Mediterraneo.

FORMAZIONE

ORIGINE E SVILUPPO

La zona esterna e tangente alla prima cinta daziaria (1853), nell’uso corrente è denominata “borgo” (la qualifica di borgo pare riferirsi

a una certa coesione che esisteva fra gli abitanti del luogo, coesione prevalentemente politica degli operai: il «borgo rosso» di San

Paolo, chiamato anche «Stalingrado»); per quella zona, dal punto di vista della storia urbanistica, il processo di formazione, che è

legato a qualche barriera della cinta, appartiene invece al tipo urbano della borgata.

Il nome deriva dalla strada di San Paolo, lungo la quale si trovava (dai primi del Settecento) il fabbricato del Ritiro degli Esercizi

spirituali, poi ceduto al Demanio (anni sessanta dell’Ottocento) e trasformato in polveriera, messa sotto la protezione di San Paolo.

Negli anni ottanta dell’Ottocento, all’interno della cinta, ma a essa vicino, si è localizzato il complesso edilizio delle Officine ferroviarie,

importante centro industriale per la riparazione dei rotabili delle ferrovie; tale complesso dava lavoro a oltre un migliaio di operai,

e ha costituito una sorta di nucleo morfogenetico per l’urbanizzazione della borgata: nella Barriera di San Paolo, che consentiva il

collegamento delle Officine con la borgata, confluivano le strade di San Paolo, Monginevro e Vecchia di Grugliasco.

I fondamentali piani d’ampliamento della città di Torino che interessano la borgata San Paolo sono due: il primo (approvato con

Regio Decreto del 4 settembre 1887) sancisce il prolungamento fuori cinta daziaria dei principali corsi e vie: nel caso specifico, il

prolungamento del corso Peschiera; il secondo (approvato con Regio Decreto del 31 marzo 1901) riguarda la cosiddetta «regione

S. Paolo», che comprende le borgate San Paolo, Cenisia e Campidoglio, e sancisce il progetto di un reticolo viario a grandi maglie.

La Barriera di San Paolo è importante sia perché dà luogo a un primo collegamento della borgata omonima con la città entro cinta,

sia perché fornisce elementi alla pianificazione per una sorta di ventaglio di strade che confluiscono nella citata barriera (dal piano

per San Paolo, approvato nel 1901, risulta il disegno di una parte di reticolo stradale con vie parallele ai corsi Vittorio Emanuele II e

Peschiera: la nuova via Vigone si diparte dalla Barriera di San Paolo e incrementa le stecche del ventaglio di strade che s’incentrano

sulla barriera). La successiva Barriera del Foro Boario consente di pensare il tracciato della nuova via Villafranca (poi Di Nanni), che

collega il corso Vittorio Emanuele II con una nuova piazza (denominata poi Sabotino): tali via e piazza assumono un ruolo importante

per la borgata San Paolo, costituendone l’asse terziario e il nodo di centralità, per l’incrocio delle strade e per la denotazione di polo.

In qualche iconografia, risulta la diversa indicazione di due parti della borgata: una prima parte ha quale centro la piazza Sabotino

(ed è denominata «borg. San Paolo»), una seconda parte ha quale asse portante la via Monginevro (ed è denominata «borg.