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CITTÀ DI TORINO,
Carta Tecnica Comunale
, Quadrante n. 156 09 1, tav. n. 12 (riprodotta in scala 1:25000). Per motivi di contiguità e di una certa analogia di
formazione, le borgate Sassi e Rosa sono trattate insieme.
PERIMETRO
SASSI - Piazza Alberto Pasini, fiume Po (viale Suor Giovanna Francesca Michelotti e via Federico Nietzsche), lungostura Lazio, piazzale
Coriolano, corso Casale, strada comunale di Superga, via Borgofranco, strada al Traforo di Pino, via Costantino e Maria Brighenti,
strada comunale di Mongreno, piazza Giovanni dalle Bande Nere, strada comunale di Mongreno, largo Casale, via Mirabello, zona
pedecollinare senza assi viari, strada alla Villa d’Agliè, corso Casale.
ROSA - Piazzale Coriolano, strada vicinale del Meisino, fiume Po, rivo Costa Parigi, corso Casale con interni.
FORMAZIONE
ORIGINE E SVILUPPO
SASSI - Per la zona pedecollinare, il riferimento alle borgate deve tener conto di questioni di tipo viario e altimetrico. Nel senso che,
per Sassi, il flusso del traffico – qui lungo il corso Casale – costituisce una sorta d’innesco primario per i fenomeni di aggregazione
edilizia e vocazione urbana: innesco che risulta primario perché – visto il carattere geomorfologico del sito – la strada nazionale di
Casale (poi corso Casale) non è l’unico asse viario ad attrarre l’attività edilizia e a incanalare la forma urbana, che risultano inoltre
presenti lungo la strada comunale di Mongreno. E, ancora per la zona collinare, il tracciato della seconda cinta daziaria delimita un
territorio che, fondamentalmente, ha rapporti produttivi e commerciali con la città, anche se all’interno della cinta, in relazione alle
quote pedecollinari, si nota la presenza sporadica di un’edilizia residenziale estensiva di buon livello, non di aspetto borghigiano; fra
Otto e Novecento, il “fuori cinta” a diverse quote collinari è caratterizzato da tipi edilizi per la residenza d’alto rango.
La cartografia del tardo Ottocento e del primo Novecento riporta, lungo la citata strada nazionale di Casale, il nucleo della borgata
Sassi che risulta localizzato nella zona situata all’intersezione delle strade comunali di Mongreno e di Superga, e che contiene la
stazione, capolinea già della ferrovia funicolare di Superga e poi della tranvia a dentiera: anche la stazione della tranvia, quale
elemento primario, collabora ad attrarre l’attività edilizia.
Fino al 1930, il limite della borgata Sassi verso la parte pedecollinare è definito dalla cinta daziaria. Nella prima metà del Novecento,
il nucleo di centralità della borgata è tagliato da un reticolo viario a grandi maglie che ipotizza il piano dei collegamenti con le parti
confinanti della città: tale incrocio di strade progettate individua una serie di piazze che sono estranee al senso del luogo, inteso
quale codificato spazio di pausa, e che risultano solo come nodi di traffico, senza qualità. I piani non concorrono più a progettare
spazi coesi, e a conferire a essi l’identità di sito, ma si limitano a pensare incroci stradali che possano innescare rendite fondiarie
di posizione: soppressa la seconda cinta (1930), le ex barriere daziarie non rappresentano luoghi morfologici nodali, ma spiazzi