Tessuto urbanistico delle vie Candelo, Pollone, Quittengo, Sordevolo, Mottalciata
Il tessuto edilizio di questa zona rappresenta una delle anomalie dello sviluppo urbanistico della città tipico delle zone oltre cinta daziaria. Sorge infatti come un piccolo quartiere a sé stante non inserito nel reticolo viario circostante ed ha conservato tutte le caratteristiche architettoniche originarie.
L’insediamento costituisce un ambito architettonico tipico di residenze a due piani fuori terra del primo Novecento, rilevabile dall’analisi dei progetti edilizi che sono tutti molto simili. Successivamente compaiono modesti interventi di sopraelevazione e di inserimento di bassi fabbricati per usi non residenziali. In alcuni tratti delle vie è ancora visibile l’originaria pavimentazione in ciottoli di fiume. Interventi edilizi più recenti hanno, con poche eccezioni, confermato l’omogeneità architettonica di questo piccolo ambito cittadino riconducibile ai canoni estetici dell’epoca vivibili anche nella zona Campidoglio. Sono unici invece gli smussi degli angoli delle case determinati dalla necessità di facilitare la svolta ed il transito dei carri nelle strette strade. Il tracciamento di queste strade è stranamente disallineato rispetto alle strade circostanti, in particolare corso Novara e via Bologna. La spiegazione sta nella modalità di formazione di questo tessuto che è frutto del frazionamento dei terreni di pertinenza della cascina Nigra (fabbricato ancora esistente nel cortile del civico 95 di via Bologna) che come è rilevabile nei catasti dell’Ottocento (Gatti 1820 – Rabbini 1866) sono allineati da una parte alla preesistente strada di collegamento con corso Regio Parco (l’attuale via Mottalciata), e dall’altra al ramo terminale della bealera Nuova di Lucento prima della sua immissione nel canale del Regio Parco. La via Quittengo nasce come strada parallela alla bealera ed è oggi divisa in due parti, interrotta dagli insediamenti nati con la formazione della via Pacini.
Cronologia
Agglomerato edilizio di casette uni-bifamigliari formatosi tra il 1909 e il 1913, sopraelevazioni, costruzioni di case da reddito e di bassi fabbricati ad uso artigianale industriale negli anni Venti e Trenta.
Fonti Archivistiche
- ASCT, Catasto Gatti, 1820, sezioni 35 e 68.
- Archivio di Stato di Torino (AST) Sezioni Riunite, Catasto Rabbini, 1866, foglio 01005 sezione 58.
- Archivio Storico della Città di Torino, Progetti edilizi.
- Archivio Edilizio della Città di Torino , Progetti edilizi.
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Ente Responsabile
- Officina della Memoria