Villa Ravicchio
Il Ravicchio, citato dal Grossi come Il Raviccio, è posto su un poggio immerso nel verde grazie all'abbondanza di acqua sorgiva. Ancora il Grossi così la definisce: « [...] la suddetta vigna come sovra, posta sulle fini e Monti di questa città Valle e Regione di Sassi non descritta ad alcun numero di mappa territoriale, per non esistervi [...], contenente la fabbrica civile e rustica e tutti li beni alla medesima aggregati e costituenti essa in detta regione del Ronco di giornate 6 circa in tutto, con tutti li mobili di casa, in detta vigna esistenti, e vasi vinaj esistenti nel tinaggio e crotta di detta vigna, e con tutti gli atrezzi ed uttensigli alla medesima aspettanti e appartenenti [...]»
Nel 1786, tre anni dopo l'acquisto da parte del notaio Ravicchio, scoppia una lite tra quest'ultimo e il proprietario della vigna Bono sull'uso del comune sentiero posto tra le due proprietà. La lite fu però di breve durata e si concluse amichevolmente con l'impegno da parte del Ravicchio della sistemazione della strada «percorribile a piedi e a cavallo».
Note
Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
VILLA RAVICCHIO
Strada Comunale del Cartman
Vigna.
Segnalazione di edificio con elementi di significato culturale e documentario, la sua dislocazione su un poggio dominante il versante solivo di Superga partecipa alla definizione ambientale della fascia intermedia delle ville insediate in questa zona.
L'edificio, di formazione sei-settecentesca, ebbe molti proprietari prima di passare al notaio Ravicchio nel 1783. II manufatto, di ridotte dimensioni, risulta nell'atto composto da «fabbrica civile e rustica […] tinaggio e crotta».
A. GROSSI, 1791, p. 141; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI]. 1866, fol. XX; E. GRIBAUDI ROSSI, 1975, pp. 81-83.
Tavola: 44